Fonte www.csrstars.it - Sostenere le persone con disabilità, migliorando la qualità della loro vita, è il principale obiettivo di Anffas presente in tutta Italia con numerose sedi. Il vice-presidente nazionale, Salvatore Parisi, intervistato da CSRSTARS, racconta perché lavorare in Anffas è un’attività diversa dalle altre.
Quando nasce Anffas e con quale finalità?
Anffas è stata fondata il 28 marzo 1958 a Roma, per volontà di genitori di ragazzi con disabilità intellettive. Era un’epoca in cui le condizioni di queste persone erano drammatiche a causa dei pregiudizi sociali e della mancanza di qualsiasi forma di sostegno. La promotrice è stata Maria Luisa Menegotto.
Oggi Anffas ha sedi nelle principali città italiane: cosa significa per voi e per le persone con disabilità e le loro famiglie?
Il lavoro svolto ha portato a grandi conquiste per il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità e la loro inclusione. Siamo nati come la prima associazione creata da famiglie che convivevano con la disabilità. L’obiettivo è stato, sin dall’inizio, quello di compensare e colmare l’assenza di forme di aiuto e assistenza, cercando di superare il disagio e la discriminazione. Negli anni l’associazione ha vissuto una crescita esponenziale, diventando il punto di riferimento anche delle istituzioni e facendo grandi cose per il mondo della disabilità.
Con 165 sedi locali e 50 enti a marchio, Anffas presta assistenza ad oltre 30.000 persone. Che tipo di attività svolgete?
Le sedi locali, giuridicamente e patrimonialmente indipendenti, gestiscono servizi specialistici e di assistenza di alta qualità per favorire l’inclusione scolastica, lavorativa e sociale. Nel rispetto del diritto all’auto-determinazione e nella prospettiva del miglioramento della qualità della vita. Inoltre offriamo supporto agli operatori e ai professionisti attraverso percorsi formativi specifici e supporto alla comunità grazie a un lavoro di advocacy e tutela dei diritti. Infine, ma non meno importante, ci occupiamo di attività di ricerca grazie al supporto di esperti nazionali e internazionali del settore e alla collaborazione con organizzazioni nazionali – Telethon, Fish, Forum del Terzo Settore – e internazionali come Inclusion Europe ed EPSA.
Quali attività sono particolarmente importanti a suo avviso?
Il diritto all’inclusione lavorativa è fondamentale. Molte persone con disabilità fanno fatica a trovare un lavoro e ancor di più a trovare un lavoro adeguatamente remunerato. È importante anche l’organizzazione del tempo libero però, perché diventa spazio di conquista di autonomia e libertà. In particolare, ci stanno a cuore i diritti di bambine e bambini con disabilità intellettiva e del neurosviluppo: l’impegno è far sì che abbiano accesso a servizi di qualità e inclusivi, oltre al supporto specialistico di cui potrebbero aver bisogno. Tutto ciò è per noi indice di civiltà e progresso di un Paese.
Come sostiene Anffas le sue attività?
I servizi di tipo medico-specialistico sono accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale: questo ci consente di mettere a disposizione professionisti eccellenti. Anffas Nazionale si sostiene con le quote associative delle sedi locali, ma le numerose iniziative e manifestazioni di cui è promotrice vengono realizzate anche e soprattutto grazie a contributi di benefattori. Dietro c’è un grande lavoro di comunicazione, raccolta fondi e stesura di progetti finanziati.
Ci parli delle iniziative più significative.
C’è il progetto “Liberi di scegliere… dove e con chi vivere” nato per favorire la formazione, l’informazione, l’accoglienza e il supporto delle persone con disabilità e delle loro famiglie. L’obiettivo è progettare una vita indipendente, in un’ottica di completamento e integrazione di quanto previsto dalla Legge 112/16, cosiddetta sul “durante, dopo di noi”.
Altrettanto importante è il progetto “AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive”, per contrastare la discriminazione di cui spesso sono vittime le persone con disabilità, specie intellettive e con disturbi del neurosviluppo e le loro famiglie.
Inoltre è attivo il servizio S.A.I. (Servizio Accoglienza e Informazione) che fornisce gratuitamente informazioni, supporto e consulenza su tutti i principali argomenti di interesse per la disabilità (agevolazioni, documentazione e modulistica legislativa, lavoro, scuola e altro).
Come è cambiata la vostra azione sul territorio negli anni, specie con la pandemia?
Questa domanda mi fa piacere perché mi consente di sottolineare che in questi due anni drammatici Anffas è stata protagonista nel fare la differenza e nel far sentire meno sole le persone con disabilità. Abbiamo attivato una vera e propria task force operativa h24 per dare indicazioni alle nostre sedi e prestare assistenza.
Cosa significa lavorare in Anffas?
Quello in Anffas non è un lavoro come gli altri. Nonostante prestiamo servizi, non c’è un solo momento che non dedichiamo al rapporto con la persona. Pur dovendo fare i conti con regolamenti e leggi, cerchiamo di non perdere mai la prerogativa della tutela dei diritti e della dignità di ogni singolo individuo. Se Anffas è così apprezzata e radicata sul territorio è perché ha mantenuto il suo DNA nel tempo. Che è quello di essere una famiglia.