Fonte www.minori.gov.it - Il primo giugno scorso l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza ha approvato le Linee guida per la partecipazione di bambine e bambini e ragazze e ragazzi. Un documento molto importante per tutti gli adulti che condividono con i più giovani esperienze nei vari contesti di vita, elaborato dall’Osservatorio per offrire uno sguardo rinnovato sulle pratiche di partecipazione delle nuove generazioni, presentando alcune indicazioni operative iscritte in una prospettiva universalistica in cui differenze e diversità siano riconosciute e valorizzate.
«Obiettivo specifico delle Linee guida - si legge nella presentazione - è anche quello di orientare il percorso dell’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza, prevedendo l’ascolto e la partecipazione dei minorenni come strumento metodologico da attuare in tutte le fasi del Piano nazionale di azione infanzia e adolescenza, in vista del suo monitoraggio e della redazione del successivo, ma anche quello di indirizzare in questo senso altre istituzioni, a tutti i livelli di governo, e/o i diversi contesti, rendendo la partecipazione dei ragazzi un elemento intrinseco dei processi che li riguardano».
Le Linee guida sono pensate principalmente per gli adulti che condividono con bambini e ragazzi esperienze nei vari contesti di vita, a partire dalla famiglia alla scuola e alle altre agenzie educative formali e non formali, senza tralasciare gli altri contesti che accolgono bambini e ragazzi in condizioni di difficoltà (ospedali, servizi di cura e protezione, ecc.). Sono dunque rivolte agli operatori dei servizi educativi e sociali, insegnanti, medici, infermieri e altri professionisti della sanità, operatori di comunità di accoglienza, psicologi, mediatori, tutori, giudici, avvocati, forze dell’ordine, polizia penitenziaria, ma possono essere un riferimento utile anche per promuovere la cultura della partecipazione nella quotidianità della vita in famiglia.
«Il testo illustra il significato profondo della partecipazione giovanile, mostrando come i professionisti – singolarmente o in gruppo – possono sostenere i ragazzi con i quali operano a partecipare alle decisioni che li riguardano. Vengono fornite indicazioni di metodo per stabilire un dialogo profondo tra gli adulti e i ragazzi, compreso quelli in condizioni di fragilità o marginalità, nonché coloro che si trovano nella delicata fase di transizione all’età adulta, al fine di garantire a tutti la possibilità di esprimersi risolvendo le eventuali barriere, compreso quelle linguistiche, che potrebbero limitare processi autentici di partecipazione».
Le Linee guida delineano un nuovo modello di partecipazione, propongono alcuni orientamenti per una partecipazione di qualità e si soffermano su vari aspetti: i protagonisti della partecipazione (ruoli, attenzioni e stile della relazione); le fasi del processo partecipativo (preparazione, realizzazione, restituzione e valutazione); il sistema di governance (il ruolo delle istituzioni nazionali e locali); la partecipazione in contesti specifici (le famiglie, la scuola, l’associazionismo, i contesti di accoglienza della vulnerabilità, i contesti a rischio di marginalità).
Completano la pubblicazione due allegati, che presentano, rispettivamente, il tema della partecipazione nella Convenzione Onu e nello sviluppo della normativa conseguente, e una rassegna di buone pratiche.
Il documento è disponibile sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia, nella notizia dedicata.