Il PNRR ha previsto, nella Missione 5 componente 2, che si avessero investimenti per mezzo miliardo di euro per garantire “Percorsi di autonomia per persone con disabilità” supportando la progettazione individualizzata, la convivenza assistita di persone con disabilità e lo sviluppo delle competenze digitali per le persone con disabilità, anche ai fini di un lavoro a distanza.
Purtroppo, l’Avviso Pubblico n. 1/2022 emesso dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali nei primi mesi del 2022 (con cui si dovevano raccogliere le richieste di finanziamento di progetti da parte degli Ambiti Territoriali Sociali o, in assenza d loro richieste, da parte direttamente dei Comuni), già conteneva alcune criticità, messe in evidenza anche da Anffas, all’interno dell’apporto dato nel documento costruito all’interno del Forum Nazionale del terzo Settore (consultabile qui): prima tra tutte quelle di prevedere delle convivenze assistite in civile abitazione con un numero massimo, per ciascun modulo, di 6 persone conviventi, laddove, invece il decreto attuativo della legge n. 112/2016 prevede non più di due moduli abitativi da massimo 5 persone con disabilità.
Ma una volta selezionate le richieste come ammissibili e tra queste anche quelle finanziabili con l’importo già determinato, il Ministero ha richiesto di meglio dettagliare con una scheda progettuale come si attiverà l’investimento sopra detto, dando però ulteriori indicazioni, che hanno ancor di più critico il percorso, in alcuni casi andando in pieno contrasto con l’idea stessa di personalizzazione dei percorsi e con quindi l’intero trend ormai presente nel sentire civile e nel nostro ordinamento giuridico. Per esempio, attraverso alcune FAQ del sito del Ministero apparse negli ultimi 10 giorni, si indica che la quota di finanziamento già individuata a seguito della raccolta delle istanze (e su cui gli Enti nel progettare avevano fatto affidamento), sarebbe decurtata nel caso in cui i beneficiari non siano almeno 12, ossia pari al massimo di 6 persone per ciascun modulo abitativo, considerando che i moduli siano due per ciascun ambito.
Anffas ha pertanto ritenuto di manifestare le vecchie e nuove criticità al Ministro per le Disabilità perché possa intervenire presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali onde consentire la correzione di tali indicazioni, che di fatto considerano le persone come semplicemente numeri, al ridursi dei quali si riduce il finanziamento, piuttosto che calibrare il finanziamento rispetto all’effettiva progettualità ed intensità di sostegno che, in quel dato territorio, si è voluto mettere in atto.
Per consultare l’articolata nota di Anffas per il Ministro Stefani clicca qui