Fonte FISH (cui Anffas aderisce) - Una delegazione della FISH, guidata dal vicepresidente Roberto Speziale, è stata audita in commissione Affari sociali del Senato sul disegno di legge n. 506, ovvero deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane. I principali obiettivi del ddl mirano a semplificare le attuali politiche e promuovere un’assistenza personalizzata, favorendo la promozione delle condizioni di vita, di cura e di assistenza delle persone anziane, mediante interventi idonei a soddisfare i loro bisogni. Nel complesso valutiamo positivamente il testo, ma ne evidenzia alcune criticità emerse dal costante confronto con le associazioni.
Come dice la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, la disabilità è una condizione. Il ddl non fa differenza tra persone non autosufficiente e persone che abbiano maturato disabilità in età avanzata. Anche sulla non autosufficienza sarebbe il caso di fare riferimento a ciò che dice la Convenzione. La federazione chiede inoltre di tener conto di disabilità pregressa nelle persone anziane, in modo coerente e rispettoso del progetto di vita indipendente, attraverso il rispetto del PAI, strumento vitale per garantire alla persona che ne beneficia il soddisfacimento dei bisogni e desideri effettivi. La nostra associazione ha inoltre proposto di prevedere percorsi e attività di potenziamento dell’autonomia delle persone con disabilità. In questo senso si inserisce anche la proposta di garantire il diritto della persona con disabilità a vivere dove si vuole e con chi si vuole, mentre il ddl comprime questo diritto attraverso delle proposte di co-housing.
FISH, nella sua memoria, ha inoltre chiesto ai senatori di stralciare le proposte inerenti la figura del caregiver, in quanto non è presente nel nostro ordinamento una normativa generale sulla figura. Sulla coperture finanziarie la federazione reputa che i fondi per la realizzazione delle proposte contenute del ddl non debbano essere prese dal fondo non autosufficienza, né da altri fondi istituiti per rispondere a quanto predisposta da altre norme. L’associazione ha infine chiesto un maggiore coinvolgimento degli enti del terzo settore nella discussione delle politiche in favore delle persone con disabilità e non autosufficienti.