Fonte EDF - La Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che l'Ungheria non è riuscita a proteggere la vita delle persone con disabilità che vivono in istituti durante un caso riguardante una donna nota come TJ, morta per negligenza nel famigerato istituto ungherese Topház. Il caso è stato condotto dall'organizzazione per i diritti umani Validity Foundation, con sede a Budapest.
Il caso si è concentrato su una donna nota come TJ, morta nel 2018 a causa di negligenza nel famigerato istituto ungherese Topház. TJ aveva 45 anni, aveva una disabilità intellettiva ed è stata tenuta in condizioni disumane per anni e sotto il controllo di tutori nominati dallo Stato che hanno fatto ben poco per affrontare i suoi maltrattamenti.
Nonostante la sua grave malnutrizione e trascuratezza, le autorità inizialmente hanno dichiarato che la sua morte era stata causata da polmonite. Non hanno considerato i maltrattamenti che aveva subito all'interno dell'istituto.
Cosa ha deciso la Corte?
La Corte ha stabilito che l'Ungheria non è riuscita a garantire i bisogni essenziali di TJ e l'ha ritenuta responsabile della sua morte. Ha criticato le condizioni spaventose dell'istituto e il cattivo funzionamento del sistema di tutela, che ha lasciato TJ e altri incapaci di cercare giustizia o di sfuggire a questi ambienti dannosi.
La sentenza, che segue una sentenza simile emessa da un tribunale ungherese a febbraio, è un passo avanti significativo nel sottolineare le responsabilità degli Stati nel prevenire l'istituzionalizzazione e l'abuso. Le cifre suggeriscono che ci sono ancora circa 1,5 milioni di persone che vivono in istituti nell'UE, la maggior parte delle quali sono persone con disabilità. Nonostante gli sforzi di organizzazioni come Validity, a molte persone che subiscono abusi o negligenza negli istituti viene ancora negata la giustizia. Il caso pone l'attenzione sulla continua necessità di responsabilità, riforma e sull'urgente necessità di abbandonare gli istituti a favore di servizi basati sulla comunità e di una vita indipendente.
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