Fonte comunicato stampa Forum Terzo Settore (cui Anffas aderisce) - “Nella fase storica in cui viviamo, che sfiora la prospettiva di una guerra globale, che vede contrarre inesorabilmente le risorse per il welfare, registra crisi di partecipazione e moltiplicazione delle solitudini, il Terzo settore ha bisogno di sviluppare maggiore consapevolezza del suo ruolo, anche politico. Associazioni, organizzazioni di volontariato, imprese sociali sono testimoni di bisogni e diritti negati delle persone, che vanno posti sul tavolo del confronto politico per ottenere non un momentaneo palliativo, ma un cambio di direzione verso una società e un’economia centrate sulla persona”. Lo ha dichiarato Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore, durante l’evento di celebrazione del 30esimo anniversario della manifestazione nazionale “La solidarietà non è un lusso” che nel 1994 diede vita al Terzo settore italiano. L’iniziativa ha visto gli interventi, tra gli altri, del presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato, e del Viceministro al Lavoro e alle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci.
“Istanze e principi di 30 anni fa sono oggi più che validi: pace, tutela dei diritti e dell’ambiente, protagonismo della società civile e un modello di sviluppo economico sostenibile e inclusivo sono, per il Terzo settore, fari che non si spegneranno mai. Anche alla luce del ruolo che gli conferisce la Costituzione, il Terzo settore contribuisce, collaborando con le istituzioni, alla costruzione delle politiche pubbliche”.
“Dal 1994 sono stati compiuti grandi passi in avanti, sia dal punto di vista dello sviluppo e del rafforzamento del Terzo settore che del riconoscimento esterno del valore sociale apportato. Ma la strada è ancora in salita e lo dimostra anche una politica che si dimostra spesso sorda o poco attenta alle istanze sociali e, di conseguenze, alle necessità di un comparto che produce benessere e sviluppo sociale, senza ricerca del proprio profitto. Tra i provvedimenti necessari – sottolinea Pallucchi – va mantenuta l’esclusione del Terzo settore dal regime Iva, altrimenti si penalizzeranno centinaia di migliaia di realtà che, attraverso attività sociali e servizi, costruiscono quella solidarietà e coesione sociale così necessarie al Paese, e preservano quanto più possibile il nostro tessuto socio-economico da vecchie e nuove ferite”.
“Il nostro sguardo è rivolto anche all’Europa: rinnoviamo gli auguri alla neo-commissione europea, ma non possiamo non notare l’assenza di un’attenzione specifica ai temi legati all’economia sociale”.