Toccafondi annuncia: «appena trovati 200 milioni»
Fonte www.vita.it - Mentre l'onorevole Gabriele Toccafondi riferisce su Twitter che in commissione Bilancio sono appena stati trovati 200 milioni per la non autosufficienza e SLA, alla Camera il sottosegretario Cecilia Guerra fa il punto sul tema. L'occasione è stata l'interpellanza urgente presentata alla Camera dal'onorevole Teresio Delfino , che chiedeva al Governo i motivi del ritardo nell'approvazione del Piano nazionale per la non autosufficienza.
L'impegno
L'impegno preso dal Governo per approvare in tempi rapidi questo Piano nazionale per la non autosufficienza è stato assunto il 17 aprile. La premessa – dice la Guerra – consisteva nell'impegno a «formulare una proposta articolata per un Piano di intervento nazionale sulla non autosufficienza che tenga conto del bisogno correlato al livello di gravità della condizione di non autosufficienza. È stato chiaramente precisato che tale proposta, resa pubblica da un mese circa, rappresenta una base di lavoro per avviare un intervento di sistema che, alla luce degli ineludibili vincoli di finanza pubblica, non potrà che essere realizzato per gradi».
Le tappe
In data 11 maggio 2012 è stata presentata la prima tappa di questo Piano: nell'ambito della seconda fase del Piano di azione e coesione, infatti, quello relativo alle regioni della convergenza, i due Ministeri interpellati hanno lavorato, di concerto con il Ministero della coesione territoriale, ad un intervento, il quale dispone uno stanziamento di 330 milioni destinati ai servizi per la non autosufficienza nelle quattro regioni della convergenza (Calabria, Campania, Sicilia e Puglia).
«Giustamente, come l'interpellante sottolineava, noi abbiamo nel nostro Paese un forte gap, una forte differenza tra regioni, proprio anche nell'infrastrutturazione sociale. Quindi, è molto importante cominciare a riempire questa distanza».
La sperimentazione
«Però vorrei sottolineare – continua la Guerra - che, nell'ambito di questo piano, è prevista una prima sperimentazione di quello che in futuro dovrà essere il Piano nazionale per la non autosufficienza, il cui perno fondamentale è l'integrazione fra l'intervento sociale e quello sanitario, al fine di evitare ricoveri inappropriati e puntando alla qualità della vita di anziani e persone con disabilità. La sperimentazione, che interesserà alcune zone di ciascuna delle regioni interessate, riguarderà la realizzazione della filiera completa in cui si deve articolare il Piano: valutazione socio-sanitaria del beneficiario e costruzione di un piano personalizzato, che, a seconda della gravità e delle caratteristiche del bisogno, richiede interventi domiciliari, semiresidenziali o residenziali».
L'idea bocciata
Nell'agosto del 2012 è stata presentata dai due Ministeri, nell'ambito dell'iter di conversione del decreto-legge sulla salute, il n. 158 del 2012, un articolo, il 6, che prevedeva che, con un'intesa sancita entro il 31 dicembre 2012 dalla Conferenza unificata, su proposta del Ministro della salute e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, venisse adottato un piano per rispondere in maniera adeguata ai bisogni delle persone non autosufficienti. Questo piano doveva essere un programma nazionale per la non autosufficienza quale insieme di misure coordinate e di azioni che Stato, regioni ed autonomie locali, per le competenze e funzioni di rispettiva competenza, si impegnano ad erogare in forma integrata e coordinata, uniformemente sul territorio nazionale, in materia di prestazioni assistenziali per la non autosufficienza in ambito sanitario, sociosanitario e sociale al fine di garantire i livelli essenziali di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, compresi quelli garantiti dall'indennità di cui alla legge n. 18 dell'11 febbraio 1980, cioè l'indennità di accompagnamento.
L'articolo, che prevedeva un finanziamento fondamentalmente imperniato su una razionalizzazione nell'uso delle risorse già attualmente destinate alla non autosufficienza, è stato stralciato in quanto si è ritenuto necessario procedere ad un ulteriore approfondimento tecnico sui costi e le coperture e ad un maggiore coinvolgimento, anche nella fase preliminare di individuazione delle linee di fondo del programma, delle regioni .
Un nuovo tavolo tecnico
Alla fine di ottobre è stato raggiunto un accordo fra i due Ministeri e il Presidente della Conferenza delle regioni per l'apertura di un tavolo tecnico per il confronto, la cui prima riunione si svolgerà nella prima quindicina di novembre. Il tavolo tecnico prenderà le mosse dal lavoro istruttorio già compiuto dai due Ministeri ai fini della formulazione della proposta di cui all'articolo che citato precedentemente. Per la fine di novembre è stata inoltre fissata una prima riunione politica per indirizzare ulteriormente il lavoro.
I fondi
«Ciò che ha impedito sino ad oggi di procedere all'attuazione del piano in questione è stata la difficoltà di reperire adeguata copertura finanziaria, ma che il Ministero da me rappresentato ha operato e continuerà ad operare ogni utile sforzo in tal senso, conformemente agli impegni assunti», ha concluso il sottosegretario.
«Vorrei però fare il punto per quanto riguarda precisamente l'anno 2012, anno ereditato dal nostro Governo sul quale, quindi, questo non porta responsabilità, per sottolineare che il Fondo nazionale per le politiche sociali nel corso del 2012 non è stato di 69 milioni di euro, ma di 43 milioni che non sono stati ancora distribuiti perché, data l'esiguità della somma in gioco, non si è avuta l'intesa con le regioni. Questo ha richiesto un iter diverso per poter comunque procedere al riparto. Al momento il Fondo è stato interessato da un ulteriore taglio lineare in relazione alla sentenza della Corte costituzionale relativa al trattamento di fine rapporto dei dipendenti pubblici e, quindi, speriamo di riuscire a distribuirlo in questo scorcio di anno».
«Per quanto riguarda il Fondo per la non autosufficienza, nel 2012 questo era ed è rimasto pari a zero. Per quanto riguarda il finanziamento per i malati di SLA questo, disposto con una disposizione di fine 2010, è stato attivo solo per il 2011 e non è stato disposto nell'ambito del Fondo per il finanziamento delle esigenze indifferibili, ma del Fondo per la non autosufficienza che appunto, per il 2011, è stato dotato di soli 100 milioni di euro destinati solamente ai malati di SLA, ma che nel 2012 è pari a zero».
E il 2013?
«A questo punto la sua domanda – dice la Guerra rivolgendosi all'onorevole Delfino - è, giustamente, come si presenta la situazione per il 2013. Come lei sa, nel disegno di legge di stabilità è previsto un appostamento di 900 milioni di euro che assorbe in sé un precedente finanziamento che, nel decreto-legge sulla spending review, era stato previsto, questo sì, sul Fondo per le esigenze indifferibili con una destinazione, in questo caso, anche a favore della non autosufficienza, in particolare dei malati di SLA. Questo Fondo è stato assorbito nei suddetti 900 milioni di euro la cui destinazione, che potrebbe essere prioritariamente a favore dei fondi sociali, è attualmente oggetto di un serrato e, penso, positivo confronto tra Governo e Parlamento. Quindi, l'esito di questo confronto, che si vedrà in questi giorni, vede protagonisti sia il Governo, sia il Parlamento e, personalmente, mi auguro che l'attenzione al sociale, che lei reclama come necessaria, abbia la meglio in questo dibattito».
Per approfondire
Leggi la nostra news sull'emendamento relativo alla possibile suddivisione del Fondo di 900 milioni di euro cliccando qui
12 novembre 2012