La SINPIA protesta duramente con una lettera inviata al Ministro della Salute
Fonte www.superando.it -
«I disturbi neuropsichici dell'età evolutiva colpiscono, secondo
l'Organizzazione Mondiale della Sanità, un bambino/ragazzo ogni 5.
Ciononostante, ai Servizi di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza
(NPIA) riesce ad accedere, nelle Regioni con una situazione maggiormente
favorevole, solo 1 bambino ogni 4 che ne avrebbero necessità»: comincia così
la lettera inviata al ministro della Salute Renato Balduzzi dal presidente
della SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e
dell'Adolescenza) Bernardo Dalla Bernardina, iniziativa condivisa anche dalla
FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap).
Qui di
seguito, proponiamo il testo pressoché integrale.
"L'infanzia e l'adolescenza sono considerati momenti cruciali
per la costruzione di una buona salute mentale e di tutte le funzioni
neuropsichiche nell'età adulta, e i disturbi neuropsichici dell'età
evolutiva colpiscono, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, un
bambino/ragazzo ogni 5. Ciononostante, ai Servizi di Neuropsichiatria
dell'Infanzia e dell'Adolescenza (NPIA) riesce ad accedere, nelle Regioni con
una situazione maggiormente favorevole come Lombardia, Toscana, Piemonte ed
Emilia, tra il 5 e il 6% della popolazione infantile e adolescenziale, quindi
solo 1 bambino ogni 4 che ne avrebbero necessità.
La criticità della
situazione dei Servizi di NPIA – territoriali, semiresidenziali, residenziali e
ospedalieri – è tale da essere stata sottolineata anche nelle osservazioni
all'Italia del Comitato ONU sui Diritti dei Bambini, sullo stato di applicazione
della Convenzione ONU dei Diritti del Fanciullo (2011).
Il suo Governo ha sempre mostrato una particolare sensibilità
su questo tema, sia per singole patologie, come i Disturbi Specifici di
Apprendimento e l'Autismo, sulle quali per la prima volta sono state sancite
intese nell'ambito della Conferenza Unificata, che in generale, con
l'approvazione in Senato il 3 ottobre scorso della Mozione n. 668 sulla Tutela
della Salute Mentale in Età Evolutiva, con il parere favorevole del Governo
sugli impegni in essa indicati.
La Mozione sottolinea la necessità
assoluta e prioritaria di una rete nazionale di Servizi Autonomi di
Neuropsichiatria dell'Età Evolutiva e ben descrive l'importanza
di interventi tempestivi e integrati e la centralità della presa in carico
territoriale e diurna , fulcro del sistema di servizi di NPIA, ma lascia
aperto il tema essenziale dei bisogni di ricovero ospedaliero e della
residenzialità terapeutica.
A differenza di quanto avviene per la maggior parte delle
patologie pediatriche, i bisogni di ricovero per i disturbi neuropsichici sono
in netto aumento in tutto il mondo, sia per la necessità di un maggiore livello
tecnologico per un'accurata diagnosi e appropriata terapia delle patologie del
sistema nervoso – soprattutto se rare e complesse – che per l'incremento dei
disturbi psichici acuti in preadolescenza e adolescenza. L'estrema attenzione
che vi è sempre stata nel modello italiano ad evitare per quanto possibile
l'ospedalizzazione del bambino e a preferire interventi di comunità ha fatto sì
che il numero di letti di ricovero fosse volutamente molto limitato, ma
l'attuale trasformazione dei bisogni dell'utenza, unita alle progressive e note
criticità del Servizio Sanitario Nazionale, hanno purtroppo portato ora a una
situazione insostenibile.
In Italia oggi sono presenti
complessivamente solo 382 posti letto per patologie neurologiche e psichiatriche
dell'età evolutiva, con distribuzione non omogenea tra le diverse
Regioni. Ben sette regioni non hanno alcun posto letto di ricovero
ordinario. Dei 382 letti citati, quelli disponibili per acuzie psichiatrica sono
79, a fronte di un aumento esponenziale degli accessi in pronto soccorso e dei
bisogni di ricovero per patologie psichiatriche acute in preadolescenza e
adolescenza.
Se fino a qualche anno fa circa il 50% dei ricoveri per
disturbi neuropsichici riusciva ad avvenire in reparto di NPIA, oggi ciò è
possibile solo per un terzo dei ricoveri, mentre il restante 70% avviene in
reparti inappropriati, tra i quali anche reparti psichiatrici per adulti, con
l'evidente rischio di proporre percorsi inefficienti e inefficaci che
favoriscono una cronicizzazione del disturbo e un'inappropriata cura.
La proposta di Regolamento recante Definizione degli
standard qualitativi, strutturali, tecnologici e qualitativi relativi
all'assistenza ospedaliera , in attuazione dell'articolo 1, comma 169
della legge 30 Dicembre 2004 n, 311 e dell'articolo 15, comma 13, lettera c) del
decreto legge 6 Luglio 2012 n. 95 convertito, con modificazioni, dalla legge 7
agosto 2012 n. 135 viene ora a peggiorare ulteriormente una situazione
che come abbiamo visto è già drammatica. Applicando infatti lo standard
medio previsto dal regolamento, vi è una diminuzione a livello nazionale di
circa il 10% dei letti. Se invece si dovesse applicare trasversalmente lo
standard meno favorevole, che prevede 1 struttura ogni 4 milioni di abitanti,
assisteremmo a una diminuzione del 30% dei letti esistenti e a significative
difficoltà per l'organizzazione degli indispensabili bacini di riferimento sovra
regionali.
Tali diminuzioni, oltre ad essere critiche per l'appropriatezza
dell'assistenza ai pazienti, impattano fortemente sulla formazione e la ricerca,
poiché i parametri ipotizzati non consentirebbero di mantenere i livelli
richiesti per l'accreditamento di molte delle sedi di specialità di
Neuropsichiatria Infantile, rendendo impossibile il necessario ricambio di
specialisti per i servizi territoriali.
Inoltre, nel punto 2.4 del
Regolamento, non è prevista l'indispensabile presenza di Servizi di
Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (con o senza posti letto)
nell'ambito degli ospedali di secondo livello.
Alla luce di quanto esposto si chiede:
- di
includere la Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza tra le strutture
che devono essere presenti negli ospedali di secondo livello;
- di
modificare gli standard previsti per le Unità Operative Complesse (UOC) con
posti letto di NPIA, considerando come standard minimo una UOC ogni 2.500.000 di
abitanti, e come standard massimo una UOC di NPIA ogni 1.500.000 abitanti, anche
in bacini interregionali per le Regioni più piccole, e per l'alta
specializzazione necessaria.
Chiediamo inoltre di poter avere un incontro urgente in cui approfondire i dati e le considerazioni sovraesposte, sottolineando ancora che per la NPIA non vi sono letti per acuti da ridurre o da trasformare in altre modalità assistenziali, come ipotizzato per altre patologia e specialità. La situazione attuale è infatti già gravemente carente e l'erogazione alternativa (quando appropriata) dei servizi con modalità extraospedaliera è già in atto da diversi decenni."
6 dicembre 2012