Ma per il Ssn è stato un salasso
Fonte www.quotidianosanita.it - Il 16
novembre 2011, s'insediava il Governo ‘tecnico' guidato da Mario Monti. Da
allora, fino all'annuncio di ieri delle dimissioni anticipate del premier,
sono passati 13 mesi caratterizzati per la sanità da tre provvedimenti
già approvati a cui si aggiungerà la legge di stabilità di ormai prossima
approvazione e il decreto sviluppo anch'esso al rush finale che chiuderanno di
fatto l'attività parlamentare.
Il primo è
il Decreto ‘Cresci Italia' del ministro per lo Sviluppo Corrado Passera
(convertito in legge il 23 marzo 2012) che ha messo mano, in salsa ‘liberal', al
settore delle farmacie. In seconda battuta, è arrivata in estate la
‘Spending review' , con i suoi tagli lineari e soprattutto una riduzione
di risorse fino al 2015 da 6,8 miliardi di euro. Terzo intervento, dopo
l'estate, il decretone Sanità fortemente voluto dal Ministro della
Salute, Renato Balduzzi; un provvedimento che mira a riorganizzare il Ssn ma
senza un euro in più da spendere.
Insomma, un anno e poco più
molto caldo per il Ssn. E che non ha lasciato indifferenti le imprese del
farmaco, che si sono a lungo battute contro la norma che introduce l'obbligo di
prescrizione per principio attivo, e tanto meno gli operatori della salute
(medici e farmacisti in primis), scesi più di una volta in piazza per protestare
contro le misure del Governo Monti. Una protesta che ha trovato il suo culmine
nella manifestazione unitaria convocata la scorso 27 ottobre dalla Dirigenza del
Ssn e che ha visto riunirsi a Roma oltre 20 mila persone. Accanto ai medici
c'erano gli altri operatori della salute, nonché cittadini e rappresentanti
politici. Tutti uniti contro i tagli alla
sanità.
Grande assente di questo anno di lavoro del
Governo sul fronte sanitario è stato però il Patto per la Salute
2013-2015, atteso fin dal mese di aprile e poi via via slittato fino
alla data ultimativa dello scorso 15 novembre. Adesso in teoria si potrebbe
ancora siglare se Governo e Regioni fossero d'accordo ma vista la ormai vicina
scadenza elettorale e le distanze ancora ampie tra i due firmatari è molto più
probabile che il Patto passi nella mano del prossimo Governo.
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10 dicembre 2012