Il Parlamento Europeo ha di recente adottato una risoluzione
sul "Libro bianco sullo sport", pubblicato dalla Commissione Europea lo scorso
anno. Nella Risoluzione viene ripreso ed ampliato, rispetto al documento della
Commissione, il tema dello sport come fattore di inclusione sociale e
ribadisce, inoltre, l'importanza della pratica sportiva a scuola.
Riprendendo il documento della Commissione, nonché la Convenzione ONU sui
diritti delle persone con disabilità che all'articolo 30 (Partecipazione alla
vita culturale, alla ricreazione, al tempo libero e allo sport), si preme
inoltre sulla piena accessibilità degli impianti sportivi, ricreazionali e
culturali.
Il Parlamento "sottolinea che lo sport è uno degli strumenti più
efficaci per l'integrazione sociale e, in quanto tale, dovrebbe essere promosso
e sostenuto in maggior misura dall'Unione europea e ritiene che tali opportunità
debbano essere estese in particolare agli organizzatori di eventi sportivi che
promuovano l'integrazione e coinvolgano i disabili" sollecitando inoltre un
maggior investimento nella formazione di insegnanti e tecnici sportivi, così
come già citato nel Libro bianco.
Proprio su questo punto varrebbe la pena
di spendere due parole, sul fatto che l'inclusione scolastica passa anche per
" l'ora di ginnastica ". Quanti bambini e ragazzi con disabilità
partecipano attivamente alle attività motorie previste dalla scuola
dell'obbligo? Quanti insegnanti di educazione fisica sono adeguatamente
preparati per coinvolgere gli alunni con disabilità che lo consentano, nella
pratica sportiva? Di questo tema poco se ne parla e purtroppo, senza dati
statistici alla mano, diventa più complesso argomentare la tesi. Un aiuto, però,
arriva sempre dal testo della Risoluzione, dove si "chiede un modo più agevole
perché gli insegnanti di educazione fisica possano intraprendere studi nozioni
di kinesiterapia e terapia fisica, consentendo quindi loro di lavorare con
allievi parzialmente disabili". La formazione degli operatori diventa
quindi la parola chiave.
In ultimo, il Parlamento sollecita l'inserimento
delle attività sportive e programmi nelle azioni finanziate dal Fondo Sociale
Europeo allo scopo di conseguire l'inclusione sociale dei gruppi
svantaggiati.
Purtroppo suona come una voce fuori dal coro, questa del
Parlamento Europeo: proprio ora che si sta procedendo verso la ratifica della
Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ora che il 2008 è
stato intitolato "Anno Europeo del dialogo interculturale", ora che ci sono le
Olimpiadi di Pechino, vengono tagliati i fondi destinati al Comitato Italiano
Paralimpico ed allo sport di cittadinanza. Ci auguriamo che queste scelte
vengano riviste in fase di conversione del decreto legge.
Per approfondire
leggi il testo della risoluzione del Parlamento Europeo (Doc. A6-0149/2008)
leggi il Libro bianco sullo sport (COM(2007) 391 def.)
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