Fonte Press In / Corriere della Sera - Il documento è di pochi giorni fa. Lo firma una sigla importante, la Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità, che riunisce 16 associazioni di famiglie. Apre con una denuncia, dura, all'assessorato alle Politiche sociali di Milano: «Un sistema di questo genere non ha futuro, l'attuale situazione delle politiche per la disabilità risulta iniqua e inefficiente».
Poche righe più avanti, il secondo affondo: «Non è stato ancora possibile conoscere priorità e criteri adottati a fronte dei tagli. Non è accettabile. Le famiglie temono conseguenze pesanti». Da mesi aspettavano risposte chiare dall'assessore Pierfrancesco Majorino. Quando la situazione è diventata urgente, hanno deciso di agire. Mettendo su carta l'amarezza e le richieste inascoltate. Colpisce che l'attacco arrivi da chi, fino ad oggi, ha affiancato il Comune in un lavoro congiunto.
Non esita a spiegarne le ragioni il presidente Ledha Milano Marco Rasconi, presidente anche della Consulta cittadina per la disabilità . «La nostra idea? Regia carente e mancanza di una direzione precisa», dice con schiettezza. «Dopo due anni non c'è ancora un progetto che stabilisca i livelli essenziali di assistenza e valuti lo stato dei servizi. Oggi, poi, arrivano i tagli: come si può capire dove recuperare e dove investire se non si ha il quadro generale?».
Il documento non arriva come un fulmine. Prima c'erano state le dimissioni. In data 17 aprile i rappresentanti del Terzo e Quarto Settore, Roberto Morali (di Agpd onlus e, come volontario, direttore Ledha Milano) e Maurizio Cavalli (responsabile settore disabilità Consorzio Sir) che siedono al tavolo permanente della Disabilità, creato dalla stessa giunta, avevano dato forfait. «Non ce la facevamo più racconta Morali . Le promesse e le dichiarazioni pubbliche non erano in linea con quanto vedevamo portare avanti. Due forum sulle Politiche sociali, un Piano di sviluppo del welfare, gruppi di lavoro, incontri del Tavolo, per arrivare dove? Ancora adesso non abbiamo compreso cosa voglia fare il Comune e soprattutto quali siano le priorità».
Lo strappo delle dimissioni viene comunque ricucito. Da entrambe le parti c'è ancora voglia di collaborare. L'ultimo incontro del 30 aprile sancisce, però, una nuova rottura. Si intuisce non definitiva, ma ora ci vogliono i fatti. «I problemi più urgenti sono le liste d'attesa che non scorrono e la compartecipazione alla spesa», chiarisce Maurizio Cavalli. Oggi ci sono più di 300 persone in lista d'attesa, alcune da diversi anni, per accedere a servizi fondamentali come i centri diurni, i centri socio educativi, i servizi formazione all'autonomia e la residenzialità. Gli inserimenti programmati da gennaio a giugno sono saltati, sembra che i primi avverranno a luglio. E con numeri così esigui da ricreare subito l'emergenza.
Stesso discorso per la compartecipazione alla spesa: l'intenzione di applicarla a tutti i servizi sociali, come operazione culturale e di equità, si è già arenata. Rimane una situazione confusa, con famiglie che pagano e altre no, indipendentemente dal reddito. Via d'uscita? «Un cambio di passo risponde Cavalli . Un coordinatore con poteri forti che faccia ripartire la macchina. Che tagli se è necessario ma anche operi».
L'Abilità rappresenta le famiglie con bimbi. Madri e padri preoccupati per il futuro che si sta delineando per i loro figli. «Il calo di risorse è oggettivo», racconta la presidente Laura Borghetto. È il momento delle scelte radicali e dell'azione»
27 maggio 2013