Fonte www.vita.it
- Nessuno stop sui BES-bisogni educativi speciali. Lo ha confermato il
ministro Maria Chiara Carrozza , intervenendo davanti alle commissioni VII
del Senato e della Camera. La richiesta era arrivata dall'onorevole Gianluca
Vacca (M5S), insegnante, a seguito del montare delle polemiche sulla circolare
sui bisogni educativi speciali. «Non può essere assecondata la richiesta di
sospendere l'attuazione dei BES», ha detto il ministro. Un rinvio però è
arrivato, almeno sulla burocrazia .
Nelle ultime settimane infatti il
mondo della scuola si è accorto della direttiva sui BES-bisogni educativi
speciali, emanata a fine dicembre 2012. In tutta Italia si sono moltiplicati gli
incontri e le discussioni sul tema, in vista del prossimo anno scolastico, con
un ulteriore crescere del dibattito sulla presunta introduzione dei BES come
strumento per diminuire il numero degli insegnanti di sostegno.
Il ministro
Carrozza ha precisato che questo timore è privo di fondamento e ha ribadito la
volontà di condurre in organico di diritto per il prossimo anno scolastico
27mila docenti di sostegno, portando l'organico di diritto da 63.348 a 90.000,
cioè dal 64% al 90% del totale (101.272).
Questo per «dare segnali
immediati di attenzione al precariato, soprattutto quello che lavora con una
fascia della popolazione scolastica che necessita di continuità nel percorso
didattico e relazionale. Tale incremento dei posti di sostegno in organico di
diritto non implica assolutamente una diminuzione complessiva del numero di
insegnanti di sostegno: resta inalterato che le ulteriori esigenze saranno
coperte con il cd organico di fatto».
Il 27 giugno poi il Miur ha dato
nuove indicazioni sull'attuazione della direttiva sui BES (27 dicembre 2012) e
della Circolare ministeriale ad essa collegata (CM 8/2013) (IN
ALLEGATO).
Tale circolare prevede che a fine anno scolastico (quindi
in questi giorni) il Gruppo di lavoro per l'inclusione di ciascuna scuola
elabori un Piano Annuale per l'Inclusività: la nota di tre giorni fa ( IN
ALLEGATO ) concede più tempo per la presentazione del PAI («ciascun
Ufficio Scolastico Regionale definirà tempi e modi per la restituzione del
PAI»), tenuto conto che il prossimo anno sarà essenzialmente un anno da
utilizzare per «sperimentare e monitorare procedure, metodologie e pratiche
organizzative». A questo fine il Miur invita fin da ora le scuole e gli URS a
segnalare le pratiche migliori.
La nota firmata da Lucrezia Stellacci, capo
dipartimento del Miur, precisa poi che « il PAI non va inteso come un
ulteriore adempimento burocratico, bensì come uno strumento che possa
contribuire ad accrescere la consapevolezza dell'intera comunità educante sulla
centralità e trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei
"risultati" educativi». In sostanza, scrive Stellacci, il PAI non va inteso come
un piano per gli alunni con BES, ma come «lo strumento per progettare la propria
offerta formativa in senso inclusivo».
CLICCANDO QUI , si rimanda anche all'articolo dell'avvocato Nocera sul sito www.superando.it
2 Luglio 2013