Sabato 13 dicembre presso l'auditorium della Provincia di
Venezia, verranno premiati gli elaborati vincitori del concorso "L'oro
nell'oselin", giunto alla sua seconda edizione e indetto da Anffas Mestre,
per le categorie poesia, narrativa e fotografia . Nello specifico, le
sezioni saranno così suddivise:
Sez. A: POESIA EDITA O INEDITA in lingua
italiana a tema libero (max 35 versi);
Sez. B: POESIA EDITA O INEDITA in
lingua dialettale con traduzione in lingua italiana a tema libero (max 35
versi);
Sez. C: NARRATIVA IN LINGUA ITALIANA a scelta libera tematica: un
racconto max 6 cartelle dattiloscritte;
Sez. D: riservata alle SCUOLE MEDIE
inferiori: ogni partecipante può presentare un solo elaborato per ogni sezione
sopraindicata, segnalando, oltre ai dati anagrafici, la classe di appartenenza e
la denominazione esatta della scuola;
Sez. E: FOTOGRAFIA a colori o in
bianco e nero (max 2 - formato all'incirca 13X18) Tema: "Percorsi magici" ( Un
clic impareggiabile nel sentiero d'un tempo. Scorci, immagini di antiche borgate
che hanno lasciato un profondo segno nella storia, figure, antichi mestieri
riflessi ancora nella semplicità di un gesto..)
È prevista una quota di partecipazione di € 15 per le sezioni A, B, C, E Euro 15,00 e di € 1 per la sezione D. Il ricavato consentirà l'ampliamento dei laboratori del Centro Ricreativo Integrato "Il Girasole" rivolto all'età evolutiva .
Ma Perché "l'Oro nell'oselin"?
Il premio
prende il nome dal fiume che lambisce e modella il territorio della città di
Mestre. Il corso dell'Osellino, fermo all'apparenza, scorre a confine con la
laguna veneziana, ricca di tradizioni e forza vitale, di cui l'arte, appunto, è
l'espressione. E, quale metafora, l'acqua stagnante può essere filtrata, facendo
affiorare l'oro che, attraverso l'artista celato in ognuno di noi, produce un
percorso sensibile-creativo: ricerca in sé di sé, con tutte le risorse,
l'energia vitale, lo sviluppo dell'immaginazione, la liberazione delle emozioni
in un contesto decontaminato da pregiudizi e codici. Le arti curano. Tutti
coloro che praticano un'arte, lo sperimentano su di sé. Nelle civiltà
lontanissime tutta la comunità si rigenerava attraverso momenti collettivi di
espressione artistica. L'arte era per questo vissuta come sacra, magica e
terapeutica. L'arte permetteva l'espressione dell'identità del gruppo ed era il
ponte fra il passato (gli antenati), il presente (noi), il futuro (l'oltre, i
nostri figli). Tutta la comunità aveva accesso all'arte.
L'arte compie
sempre un miracolo sottile, inafferrabile e profondo. Quello che non c'era, ora
c'è: la cosiddetta "sintesi magica" come la definì qualcuno.
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