Fonte www.disabili.com - Negli ultimi anni l'inizio della scuola è accompagnato da una serie di preoccupazioni, ritardi e inadempienze, che sembrano ripetersi senza grandi prospettive di cambiamento: le classi sono troppo affollate, gli edifici sono inadeguati, le risorse mancano. Se poi in classe sono presenti alunni con disabilità, le difficoltà aumentano: mancano insegnanti specializzati, le nomine avvengono sempre in ritardo e, sempre più spesso, gli assistenti non vengono assegnati o vengono assegnati solo per poche ore. Le famiglie continuano a protestare, a rivolgersi ai giudici, anche collettivamente, a chiedere chiarimenti e confronti con gli enti locali che hanno il compito e l'onere di occuparsi dell'assistenza. I genitori, cioè, devono improvvisare una lotta, continua e faticosa, per assicurare ai propri figli uno dei diritti sanciti dalla Costituzione e ribadito in numerosi provvedimenti legislativi: il diritto allo studio.
Qual è la situazione all'avvio dell'anno scolastico? In Lombardia ormai da diverso tempo è in atto una contrapposizione tra Province e Comuni per l'erogazione del servizio di assistenza educativa. Esso dovrebbe essere compito dei comuni fino alla Scuola Secondaria di Primo Grado e delle Province per la Scuola Secondaria di Secondo Grado. La Regione non ha però mai approvato una legge regionale per l'assegnazione delle competenze e non si è perciò giunti nel tempo ad una definizione dei ruoli. Ciò comporta regolarmente una serie di rimandi tra i due diversi enti, che recano come conseguenza numerosi ritardi nell'assegnazione di tali risorse. Infatti, nonostantesia stato ribadito più volte dall'autorità giudiziaria e dal Consiglio di Stato che l'assistenza educativa ad personam per le scuole superiori spetta per legge alle Province, ben poche si sono attivate per individuare le risorse necessarie.
L'associazione Ledha Milano denuncia che la Provincia di Milano non ha ancora inserito i fondi per questa attività nel proprio bilancio. Secondo Ledha non vi sono ancora riposte chiare nemmeno dalle amministrazioni provinciali di Lodi, Mantova e Varese. Inoltre, nelle scuole del primo ciclo del comune di Milano, vengono segnalati tagli anche del 30% e copertura prevista al momento solo fino al mese di dicembre.
Non diversa è la situazione che anche quest'anno si registra a Roma, dove, oltre a 3500 bambini, anche alcune migliaia di anziani rischiano di non avere più assistenza. Il motivo è sempre lo stesso: mancano i soldi. Ancora una volta famiglie e associazioni protestano, dato che, per ogni alunno con disabilità, la riduzione prevista corrisponderebbe a circa ad 1/3 dell'orario assegnato lo scorso anno agli Assistenti Educativi Culturali (AEC). Non mancano, anche in questo caso, le famiglie che si stanno organizzando per procedere con un ricorso collettivo.
Arrivano però anche le rassicurazioni: i fondi necessari verranno stanziati mensilmente secondo le richieste di ciascun municipio, in modo da coprire pienamente tutte le esigenze che emergono in ciascuna scuola.
Basteranno a tranquillizzare le famiglie? E nel resto l'Italia cosa accade?
19 settembre 2013