Fonte www.superando.it - Sebbene negli ultimi anni l'attenzione collettiva riguardo al fenomeno della violenza sulle donne sia sensibilmente cresciuta, rimane ancora poco visibile la violenza rivolta alle donne con disabilità.

Per comprendere questo specifico aspetto del fenomeno, è necessario tenere presente che, essendo la violenza l'esercizio di un potere oppressivo, tale potere si esercita più facilmente nei confronti dei soggetti più vulnerabili, ed essendo le donne con disabilità (soprattutto quelle con disabilità psichica) più vulnerabili delle altre, esse risultano più esposte al fenomeno in questione.

A questa indicazione preliminare si devono aggiungere diverse ulteriori riflessioni inerenti la disabilità. Occorre considerare infatti che spesso le donne con disabilità sono vittime di una discriminazione multipla, ingenerata dall'essere simultaneamente sia donne che persone con disabilità. Alcune disabilità, poi, possono comportare dei limiti d'autonomia superabili solo attraverso un'attività di assistenza prestata da altre persone e quest'ultimo aspetto comporta che le persone con disabilità grave o gravissima si ritrovino costantemente "nelle mani altrui".

La violenza sulle donne (con disabilità e non) è un fenomeno culturale, e per sradicarlo è necessario lavorare su un immaginario collettivo che tende ancora a negarlo o a giustificarlo. Per questo motivo non basta parlare di violenza, ma si deve anche prestare attenzione al linguaggio utilizzato e agli stereotipi comunemente associati alla violenza sulle donne, alle donne stesse e alle persone con disabilità (nel caso che la vittima di violenza sia una donna con disabilità).

Si deve sicuramente evitare di trasformare la lotta alla violenza in una guerra tra i sessi. Non è vero che gli uomini sono violenti e cattivi per natura, né, viceversa, che le donne siano per natura non violente, buone e abbiano ragione a prescindere. Uomini e donne sono sottoposti sin da quando nascono a un processo di socializzazione che definisce in modo rigido la femminilità e la mascolinità e i differenti ruoli ad esse associati. Finché quindi continueremo ad associare la femminilità alla dolcezza, alla docilità e alla disponibilità, e la mascolinità alla forza, all'irrequietezza e al dominio, ci esporremo al rischio di confondere la cultura con la natura, sino ad arrivare ad affermare che la violenza degli uomini sulle donne è fisiologica e immutabile perché connaturata all'essere maschi.

Questo non è corretto, e chi parla di violenza deve stare bene attento/a a non veicolare questo tipo di messaggio.

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*Componente del Coordinamento del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e responsabile del Centro Informare un'H di Peccioli (Pisa)

11 ottobre 2013