"Chi deve raccogliere la sfida dell'inclusione sociale? Chi si sente chiamato in causa dal nostro metterci in gioco? C'è il rischio di una forbice tra noi e le istituzioni politiche, il mondo scientifico, i media e il terzo settore?" Queste sono le domande poste dal moderatore Marco Bollani all'apertura della seconda giornata dei lavori del convegno nazionale Anffas "La visione inclusiva nei servizi per le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale" - svoltosi a Roma il 28 e 29 novembre 2013.
Gli interrogativi hanno preso origine dai workshop della prima giornata portando a delle nuove riflessioni e questioni oggetto del dibattito della tavola rotonda conclusiva dell'evento a cui hanno partecipato Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas Onlus, Riccardo Bonacina, presidente e direttore del magazine Vita, Pietro Barbieri, presidente Fish e portavoce Forum Terzo Settore, Emilio Rota, presidente Anffas Lombardia, Luigi Croce, presidente comitato scientifico Anffas Onlus, Nina Daita, responsabile ufficio politiche per la disabilità della CGIL, Giorgio Dossi, presidente Erickson, e Matilde Leonardi, responsabile SOSD neurologia, salute pubblica e disabilità della Fondazione IRCCS istituto neurologico Carlo Besta di Milano.
Alla base dei workshop, la ricerca-azione sostenuta dalla Fondazione Nazionale Anffas Onlus "Dopo di Noi" e da Anffas Lombardia - condotta con il supporto scientifico del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell'Università di Bergamo e presentata durante l'evento da Roberto Medeghini, Pedagogista, rappresentante del Gruppo di ricerca Inclusione e Disability Studies e Coordinatore scientifico della ricerca-
azione, e da Angelo Nuzzo del Comitato tecnico di Anffas Onlus Lombardia e coordinatore della ricerca-azione - che oltre ad aver prodotto uno strumento di autovalutazione concernente le possibilità inclusive dei servizi Anffas, ha anche portato alla luce dei punti chiave da cui partire per promuovere con ancora più forza la lotta per i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie, così come ha evidenziato Pietro Barbieri: "La ricerca Anffas è uno strumento utile per restituire protagonismo alle persone con disabilità poiché sono stati gli operatori a certificare lo stato attuale delle condizioni delle persone con disabilità, uno stato che non riconosce la loro partecipazione e autonomia. La ricerca evidenzia la necessità di cambiare i servizi nell'ottica di garantire i diritti, il progetto individuale e tanto altro e rappresenta la capacità del terzo settore ad interrogarsi, analizzarsi e confrontarsi per essere costante promotore di cambiamenti".
Anche Roberto Speziale ha sottolineato sin da subito la gravità della situazione attuale: "A chi interessa la condizione della qualità della vita delle persone con disabilità? A nessuno. Non allo Stato, non alle istituzioni, così come dimostra anche la recente legge di stabilità che nei fatti non prende in considerazione il piano biennale di azione approvato durante la conferenza nazionale sulla disabilità tenutasi a Bologna nel luglio scorso".
"Se questa è la situazione attuale" ha continuato " vuol dire che anche noi come movimento di persone con disabilità abbiamo sbagliato qualcosa e quindi dobbiamo interrogarci su come cambiare a nostra volta per modificare lo stato attuale delle cose. Dobbiamo essere in grado di proporre nuovi modelli di sviluppo socio-economici che abbiano elementi di sostenibilità".
"Non chiediamo più risorse" ha concluso il presidente "ma una migliore allocazione di quelle esistenti".
Cambiamento e Inclusione, quindi, alla base di tutti i discorsi ma da rivolgere non solo al mondo della disabilità ma a tutta la società , così come ha fatto presente Riccardo Bonacina: "Non si sta parlando solo di disabilità ma di un cambiamento radicale che deve riguardare l'intera società e tutto il terzo settore deve interrogarsi e lavorare al riguardo". D
i un cambiamento importante e profondo hanno anche parlato Emilio Rota e Luigi Croce , evidenziando la necessità di capitalizzare le risorse ad oggi disponibili, anche cambiando il modo di utilizzarle ed evitando sistemi di autoreferenzialità ma ponendo inclusione e autodeterminazione come parole chiave per questo processo.
Ha assunto una nuova connotazione durante l'evento anche la parola "dipendenza", una nuova declinazione data da Matilde Leonardi e Nina Daita che hanno voluto intendere la dipendenza non come subalternità ma come valore poiché l'essere dipendenti, inter-dipendenti , non vuol dire non poter avere autodeterminazione, autonomia e dignità.
Di inclusione collegata alla scuola ha invece parlato Giorgio Dossi, che ha ricordato l'importanza dell'istituzione scolastica come nodo cruciale per il cambiamento sociale e per attivare una necessaria evoluzione della società.
L'evento si è chiuso con le parole del presidente Speziale che hanno nuovamente sottolineato come Anffas, e tutto il movimento delle persone con disabilità, non siano più disponibili ad accettare il sistema in cui ci troviamo attualmente ma come siano pronti da tempo ad essere protagonisti attivi, insieme alle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e alle loro famiglie, al cambiamento radicale che ha alla base il progetto individualizzato e che deve assolutamente svilupparsi e radicarsi in tutta la società.
Ha detto infatti il presidente: "Siamo in trincea e abbiamo un dovere: continuare a lottare, con nuove armi e nuovi strumenti, uniti anche ad altri attori sociali e mantenendo forte l'impegno al cambiamento. Ne abbiamo la forza e la capacità. È nostro compito rimuovere tutti gli ostacoli esistenti".
Di seguito sono disponibili gli atti del convegno
Scarica la presentazione di Marco Bollani
Scarica la presentazione di Roberto Medeghini
Scarica la presentazione di Angelo Nuzzo
Scarica la presentazione di Emilio Rota
Scarica la descrizione del progetto di Matilde Leonardi
2 dicembre 2013