Fonte www.redattoresociale.it - Donazioni più convenienti ai partiti politici piuttosto che al non profit e Terzo settore bocciato sul banco della legge di stabilità, per l'economista Stefano Zamagni "Stiamo andando nella direzione sbagliata: c'è una volontà non dico di eliminare, ma di diminuire di importanza il terzo settore".
Nel pieno della fase finale dell'iter della legge di stabilità e a pochi giorni dal decreto del governo in tema di finanziamento pubblico ai partiti, per Zamagni la strada per il terzo settore e il mondo del non profit è tutta in salita. "Dire che nella legge di stabilità non sono entrati provvedimenti per il Terzo settore per mancanza di fondi è una bugia grande come il Monte Bianco – spiega Zamagni -. Non è un problema di soldi".
Servono riforme, non solo fondi.
Per l'economista, i vincoli di bilancio non sono l'unica spiegazione di ciò che sta accadendo al mondo del non profit.
"Prima di tutto perché al Terzo settore non servono solo i soldi, anzi – aggiunge -. Direi che è l'aspetto meno importante. Al terzo settore interessano in primo luogo provvedimenti normativi che non comportano un esborso. Ad esempio la riforma della legge sul volontariato, la riforma della legge sulle cooperative sociale, l'adeguamento della legge sull'impresa sociale: tutti provvedimenti nulla hanno a che vedere con i bilanci".
Eppure, oggi c'è il rischio concreto che sostenere un partito sia più conveniente che sostenere un'organizzazione non profit. La nuova normativa emanata dal governo, dopo che sarà convertita in legge dal Parlamento, infatti, garantirà detrazioni fiscali fino al 37 per cento e su un massimo di 70 mila euro per i partiti. Per il non profit, invece, si parla di detrazioni al 24 per cento con un tetto massimo che supera i 2 mila euro.
Per approfondire
Leggi l'articolo di Riccardo Bonacina, direttore di Vita
17 dicembre 2013