Si è celebrata il 21 marzo u.s. la Giornata Internazionale delle Persone con Sindrome di Down, evento riconosciuto dall'ONU che si svolge il 21 marzo proprio perché il 21 è il numero della coppia cromosomica presente all'interno delle cellule che caratterizza la Sindrome di Down e il 3 (marzo, terzo mese dell'anno) rappresenta il cromosoma in più.
Anche quest'anno Anffas Onlus – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, ha colto l'occasione per informare e sensibilizzare non solo sui temi relativi alla Sindrome di Down ma anche rispetto a tutta la sfera della disabilità intellettiva e/o relazionale: se è vero, infatti, che oggi molte persone con Sindrome di Down hanno vite piene e attive, è anche vero, purtroppo, che sia loro, che in generale tutte le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, sono ancora circondate da stereotipi e pregiudizi che spesso derivano dalla scarsa conoscenza che si ha su questi argomenti.
Le persone con sindrome di down continuano ad essere oggetto di discriminazioni in vari ambiti della loro vita: dal diritto ad un'istruzione di qualità, al diritto al lavoro, alla salute, a quello di costruirsi una vita il più possibile autonoma ed inclusa nella società. Queste discriminazioni sono spesso fondate su un approccio culturale obsoleto alla disabilità, che la vede ancora come condizione prettamente medica, soggettiva, e che vede le persone con disabilità come persone da assistere e basta, negando loro la possibilità di portare un vero contributo alla comunità.
"La vita delle persone con la sindrome di down è cambiata molto negli ultimi cinquant'anni" afferma Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas Onlus e papà di un ragazzo con la sindrome di down "i progressi scientifici e culturali hanno fatto si che queste persone vivano in buone condizioni di salute e molto più lungo che in passato, arrivando a diventare anziane. Inoltre, oggi viene riconosciutio loro il diritto a frequentare la scuola di tutti, al lavoro, ad un vita autonoma".
"Ma c'è ancora molta strada da fare" prosegue Speziale "e la vera sfida da raccogliere riguarda l'inclusione sociale. Le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale continuano, più delle altre, a vivere una vita distante da quella di tutte le altre, incontrando ostacoli insormontabili nella partecipazione alla vita delle comunità in cui vivono e spesso contando interamente solo sulle relazioni familiari" .
"Per superare questa situazione è sicuramente necessario superare visioni negative e pregiudizi che circondano le persone con disabilità" conclude il presidente "Spesso si ha un'idea distorta di cose e persone che non si conoscono e solo attraverso esperienze dirette si può imparare a guardare con occhi diversi alla disabilità".
Proprio per dimostrare quanto possono fare e quanto fanno ogni giorno le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale - e con loro le famiglie, gli amici e gli operatori che li accompagnano nella quotidianità – il prossimo 28 marzo 2014, giorno in cui cade la VII Giornata Nazionale della Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, Anffas Onlus – che ha promosso e organizzato la Giornata - aprirà le porte delle strutture e dei centri presenti sul territorio nazionale per una giornata all'insegna dell'inclusione sociale.
Tutti i cittadini che lo vorranno, quindi, attraverso questo grande Open Day di Anffas Onlus potranno partecipare ad una grande festa e conoscere così la quotidianità di chi ha una disabilità intellettiva e/o relazionale.
Per conoscere tutte le iniziative previste per la VII Giornata Nazionale della Disabilità Intellettiva e/o Relazionale è possibile consultare il sito www.anffas.net o seguire questo link
21 marzo 2014