Fonte www.disabili.com - Il mistero che avvolge le cause dell'autismo è tra gli elementi che più di tutti, ancora, risulta di ostacolo alla comprensione non solo della sua origine, ma anche della sua terapia. L'autismo è un disturbo pervasivo dello sviluppo, che viene rilevato in base ad anomalie manifestate dall'individuo in ambito di interazione sociale, in quello comunicativo e comportamentale. L'identificazione dell'autismo avviene solitamente non prima dei quattro anni di età (i genitori iniziano ad avvertire qualcosa di anomalo quando il piccolo ha due anni, e la diagnosi arriva spesso dopo un altro biennio).
CAUSE AMBIENTALI O EREDITARIE? - Sull'origine dell'autismo si sono spesi nel tempo fiumi di teorie ed ipotesi, mentre è appurata ormai la natura di disturbo neurobiologico. Sotto questo aspetto sono sorprendenti i risultati diffusi in questi giorni di uno studio condotto in Svezia, che attesterebbe come a provocare l'autismo sarebbero una metà di cause genetiche e una metà ambientali.
Ad essere studiati, sono state due milioni di persone in Svezia, dal 1982 al 2006. Dallo studio, pubblicato dal The Journal of the American Association è emerso che i bimbi con un fratello o una sorella con autismo rischierebbero 10 volte di più di essere colpiti dalla patologia, e avrebbero il 50% delle probabilità se hanno un cugino che soffre di autismo.
C'è dunque un nesso tra autismo e fattori ambientali esterni.
SEGNALI DI AUTISMO IN GRAVIDANZA? - Abbiamo detto che al momento la diagnosi di autismo arriva intorno ai quattro anni di vita, ma se fossero già presenti segnali di autismo da molto molto prima? Uno studio inglese promosso dal King's College, dall'Imperial College e dalla Oxford University ipotizza che possano esserci primi segni di autismo fin dalla nascita, e addirittura durante la gravidanza.
Per indagare su questa ipotesi è stato approntato un progetto, di cui parla la rivista Mit Technology Review, che avrà un raggio di azione di sei anni e per il quale si stanno raccogliendo volontari. In questo arco temporale saranno effettuate una serie di risonanze magnetice su 500 feti a partire dal terzo trimestre di gravidanza e su mille bambini appena nati.
Il campione sarà composto da figli di persone con parenti prossimi con autismo e risonanze saranno poi comparate con quelle di bambini con autismo per valutarne differenze o congruità.
CAPIRE COSA PROVA UNA PERSONA CON AUTISMO - La cosa forse più frustrante per un familiare o una persona che vive a fianco di un familiare con autismo è poter solo immaginare come egli possa percepire la realtà e gli stimoli esterni, che rappresentano il campo di battaglia nel quale la persona con autismo si trova ad annaspare. Gli stimoli visivi, sonori e in generale le esperienze sensoriali sono vissuti da una persona autistica in maniera solitamente amplificata e distorta, provocando in loro quelle reazioni comportamentali che conosciamo.
Per cercare di capire quindi cosa si prova in presenza di stimoli visivi e sensoriali c'è la possibilità di utilizzare delle simulazioni video. Tra queste, il videogioco Auti-sim che attraverso immagini sfocate e grida distorte di soggetti vuole simulare il fenomeno dell'ipersensibilità, tipica di molti disturbi dello spettro autistico. Nel videogioco, il giocatore si sposta all'interno di un parco giochi vivendo gli effetti dell'ipersensibilità in prima persona, quindi l'impatto con distorisioni audio evisive, che possono in parte far sentire come gli stimoli esterni impattano su un soggetto con autismo.
27 maggio 2014