Fonte www.disabili.com - Nel nostro Paese vi è un'attenzione molto alta alla regolarità della frequenza degli alunni nella scuola dell'obbligo. Nelle scuole secondarie di secondo grado, però, quando viene meno l'obbligo, non è raro assistere a situazioni di abbandono scolastico. Questo fenomeno è diffuso anche tra gli allievi con disabilità? Secondo il rapporto Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte, realizzato nel 2011 da Associazione Treellle, Caritas Italiana e Fondazione Giovanni Agnelli, non ci sono nel nostro Paese gravi e generalizzati fenomeni di evasione totale dell'obbligo scolastico da parte dei ragazzi con disabilità.
Il dato è certamente confortante; purtroppo, però, si legge nello stesso studio, è frequente assistere a casi di abbandono sommerso, disaffezione, frequentazione irregolare e progressivo allontanamento dalla scuola.
Tali situazioni sono in realtà pressoché inesistenti nella Scuola Primaria ma, procedendo poi negli altri gradi, diventano sempre più diffuse. Ad oggi, continua il rapporto, il MIUR non ha ritenuto l'incidenza del fenomeno così significativa da prevedere un intervento per il suo contenimento, ritenendolo, evidentemente, un fenomeno fisiologico accettabile.
Eppure, considerando i titoli di studio posseduti fino all'anno 2005, si riscontra che il 16% delle persone adulte con disabilità non possiede alcun titolo di studio e quasi il 60% possiede solo licenza di scuola primaria o di secondaria di primo grado.
Come intervenire, dunque, per arginare il problema? E' necessario che tutti gli attori coinvolti del processo di integrazione scolastica degli allievi con disabilità creino le condizioni per garantire una frequenza regolare, proficua e soddisfacente, progettando ambienti inclusivi ed impegnandosi per il superamento delle condizioni che creano disaffezione: barriere architettoniche, sovraffollamento, carenza di personale, esposizione ad emarginazione ecc.
La scuola, cioè, deve saper accogliere tutti, a prescindere dalle specificità, creando condizioni inclusive in ogni suo aspetto. Troppe volte, invece, tutto ciò è disatteso, anche a causa della crescente politica di decremento delle risorse assegnate alle scuole, tra cui proprio quelle destinate all'integrazione scolastica.
Non mancano, però, le iniziative propositive degne di nota. Nella provincia di Cosenza, ad esempio, è stato avviato quest'anno il progetto Non solo compiti da parte dell'associazione Gli altri siamo noi, con il supporto della Provincia di Cosenza. La finalità del progetto è stata quella di incrementare il successo scolastico, l'autostima, l'integrazione, l'adattamento e la salute, attraverso il potenziamento delle competenze degli alunni con disabilità. Si tratta di un'esperienza pilota che a partire dai bisogni, dai fattori di contesto, dalle potenzialità e dalle azioni positive possibili, ha fornito supporto alle famiglie nei compiti educativi e nelle scelte, coordinando l'azione di figure educative, mediando nei rapporti tra scuola e famiglia e realizzando interventi extrascolastici su obiettivi condivisi. Il percorso ha favorito l'autostima e il senso di competenza, la capacità di studiare per imparare, la motivazione allo studio. Interventi del genere, calati nel territorio, attivi, posso certamente aiutare le famiglie e gli allievi.
Non possono bastare, certamente, ad arginare l'abbandono scolastico ma di certo vanno nella direzione del suo superamento.
Per approfondire
Leggi il Rapporto di Treellle, Caritas e Fondazione Agnelli
Leggi i dati Istat sugli alunni con disabilità nelle scuole
30 giugno 2014