Il Comitato ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, considerato la fonte internazionale più autorevole per quanto concerne l'interpretazione della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (CRC), si colloca all'interno dell' Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ed ha il compito di monitorare i progressi compiuti dagli Stati parte nell'attuazione dei principi della Convenzione, evidenziando gli eventuali problemi o lacune ed individuando le misure da adottare. In qualità di Stato parte della CRC recepita dal nostro paese nel 1991, e dei suoi protocolli opzionali, l'Italia riconosce l'autorità del Comitato a monitorare lo stato di applicazione del trattato nel nostro Paese e di avanzamento e protezione dei diritti di questa ampia fascia della popolazione.
Monitoraggio su più fronti
Il monitoraggio verso il
Comitato avviene su più livelli: da un lato, il Governo, così come regolamentato
nella Convenzione stessa, presenta periodicamente una Rapporto in cui vengono
esaminati i principali strumenti legislativi, amministrativi e giuridici
attraverso i quali il nostro Paese ha applicato i Protocolli Opzionali, le
attività intraprese per fornire informazioni e per diffondere il contenuto della
Convenzione e le diverse iniziative bilaterali e multilaterali di cooperazione
internazionale realizzate dall'Italia in questo contesto, con un occhio di
riguardo alle attività pianificate per l'anno successivo. Dall'altro, è la
società civile che si fa carico di monitorare, a sua volta, sia l'attività del
Governo (in buona sostanza, verificare che quanto scritto nella relazione
corrisponda alla realtà) che lo stato di avanzamento dei diritti e delle tutele
dei bambini e adolescenti.
Il ruolo della società civile, oltre ad essere
ampiamente riconosciuto, risulta di vitale importanza per il corretto
funzionamento dei meccanismi di monitoraggio internazionale tanto che la
partecipazione delle Organizzazioni non Governative viene istituzionalizzata
dalle Nazioni Unite stesse. Infatti, ad ogni sessione del Comitato,
contestualmente alla presentazione della relazione governativa, viene accolto un
"Rapporto supplementare" a quello presentato dal Governo, redatto da soggetti
del Terzo Settore che si dedicano al tema e che, per l'Italia, si sono
coordinate nel "Gruppo di lavoro per
la Convenzione sui diritti dell'infanzia e l'adolescenza" al quale
aderisce anche Anffas. Riassumendo: ogni 5 anni lo stato parte relaziona al
Comitato Onu lo stato di attuazione della CRC attraverso il Rapporto
Governativo. Sentita anche la relazione delle associazioni, attraverso il
"Rapporto Supplementare" (o quello che in inglese viene spesso chiamato "shadow
report"), presenta le proprie Osservazioni Conclusive; in altre parole, una
serie di raccomandazioni rivolte allo Stato circa la corretta interpretazione ed
applicazione della CRC.
La società civile conta davvero
Infatti c'è di
più. Prima di iniziare ufficialmente la Sessione in cui i Governi presentano
i loro rapporti, il Comitato organizza una pre-sessione, una fase, cioè,
in cui incontra a porte chiuse le delegazioni e coalizioni di
Organizzazioni non Governative che hanno inviato informazioni scritte sotto
forma di rapporto, nonché l'UNICEF e le altre agenzie delle Nazioni Unite. In
questa fase le associazioni e le istituzioni internazionali hanno la possibilità
di segnalare le zone d'ombra e situazioni particolarmente critiche per cui vi è
la necessità di indagare più approfonditamente. Se accolte, il Comitato provvede
ad inoltrare ai governi una lista di domande (list of issues) a cui gli
stessi devono rispondere in forma scritta. Facile, ora, evincere l'importanza
del lavoro della società civile.
Quest'anno tocca a noi. Qual è la situazione in Italia?
Trascorso quindi il periodo di 5 anni dall'ultimo rapporto presentato,
l'Italia quest'anno è chiamata all'appello per relazionare su ciò che è stato
fatto da allora e su cosa si ha intenzione di fare per il futuro. Sarà questa
anche l'occasione per verificare se le Osservazioni
conclusive fatte a suo tempo dal Comitato sono state recepite dal
nostro paese.
Il Rapporto Governativo per questa sessione (che
è possibile consultare utilizzando questo link) è già pronto ed è
stato presentato oggi ad una delegazione del Gruppo CRC dal Comitato
Interministeriale dei Diritti Umani (CIDU) il cui mandato è, appunto, quello di
elaborare periodicamente il Rapporto, in collaborazione con il Centro nazionale di documentazione e
analisi per l'infanzia e l'adolescenza. Dall'incontro sono emersi
tre punti caldi sui quali sarebbe, secongo il governo, necesario approfondire la
riflessione: primo fra tutti la mancata definizione dei LIVEAS che, tra
le altre cose, complica notevolmente la stesura di un documento come questo, che
dovrebbe fotografare la situazione di tutto il Paese a causa della marcata
disomogeneità nell'esigibilità dei diritti su base regionale. Il Ministero del
Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, di concerto con il Dipartimento
per le politiche della Famiglia, stanno avviando un lavoro di definizione dei
contenuti dei LIVEAS nell'ottica che la loro definizione meramente in termini
normativi o di competenza sia piuttosto riduttiva. Si è parlato poi di
prevenzione e tutela e della formazione degli operatori sociali.
In linea generale, poi, si sono evidenziate criticità sul sistema profondamente
disomogeneo di raccolta dati, legato anche all'aspetto regionalee sullo
scarso livello di partecipazione delle ragazze e dei ragazzi alla
definizione di politiche e programmi che li riguardano. Ci viene spontaneo
quindi fare una riflessione su come questo livello si avvicini inesorabilmente
allo zero quando si parla di bambine e bambini, ragazze e ragazzi con disabilità
intellettiva e/o relazionale, tema che ci riserviamo di approfondire
accuratamente in un secondo momento.
Il II Rapporto Supplementare
Insomma, ora la palla
passa alle associazioni del Terzo Settore che hanno il compito di stilare il
II Rapporto Supplementare, basandosi sui contenuti di quello Governativo.
Si tratta, in buona sostanza, di rivedere le Osservazioni Conclusive del
Comitato sul precedente rapporto dell'Italia (2003), verificare, tramite il
rapporto governativo di quest'anno, se sono state recepite e come, ed
evidenziare lacune e ambiti di miglioramento. Il Gruppo è già all'opera e Anffas
ha avuto l'incarico di coordinare, insieme ad altre associazioni, il paragrafo
sulla disabilità, partecipando inoltre alla stesura di altri paragrafi del
Rapporto, proprio nell'ottica di praticare il mainstreaming in tutte le
aree della vita di una persona. In questo ovviamente ci verrà in aiuto la
Convenzione sui diritti delle persone con disabilità che, come tutti
saprete, è stata recentemente ratificata dall'Italia. Ci pare questo già un
ottimo esempio di applicazione della Convenzione nel lavoro
quotidiano delle associazioni di persone con disabilità.
26 marzo
2009
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