Fonte www.personecondisabilita.it - Cosa manca per tradurre in pratica le riflessioni sul tema della disabilità maturate negli ultimi 25 anni? Come fare per colmare la distanza che ancora esiste tra i principi enunciati sulla carta (ad esempio la Convenzione Onu) e la vita quotidiana delle persone? Queste domande saranno il filo conduttore dell'incontro “Il volto degli invisibili: l’umano. La questione della disabilità oggi in Italia” in ricordo di Franco Bomprezzi.
L'incontro, che si svolgerà mercoledì 25 marzo, è stato organizzato dal Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica di Milano in collaborazione con l’Istituto neurologico Carlo Besta.
“Abbiamo deciso di organizzare questo incontro per ricordare la figura di Franco Bomprezzi – spiega Matilde Leonardi, responsabile neurologia, salute pubblica, disabilità della Fondazione IRCCS Istituto neurologico Carlo Besta -. In questa occasione vorremmo fare il punto sulla situazione delle persone con disabilità oggi. Soprattutto per capire cosa ci manca”. Inclusione, partecipazione, diritti, accessibilità: per anni sono state queste le parole d'ordine del movimento delle persone con di disabilità. Tra gli anni Novanta e gli anni Duemila c'è stato un grande dibattito attorno a questi temi e un grande slancio che ha portato alla firma della Convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità"
“Oggi, però, nella prassi non stiamo assistendo alla naturale evoluzione di queste riflessioni”, aggiunge Matilde Leonardi. Da qui la domanda che farà da filo rosso tra tutti gli interventi: “Che cosa manca per tradurre le nostre riflessioni degli ultimi 25 anni in pratica?”.
Ciascun relatore, darà una risposta a questa domanda in base alla propria esperienza e al proprio vissuto. Sui temi bioetici (Pessina), come comunicatore (Malafarina), dal punto di vista del terzo settore (Barbieri), come amministratore pubblico (Menichini).
“Franco è stato uno dei pochi giornalisti che ha lavorato nel mondo della comunicazione rivolgendosi a tutti, non solo agli addetti ai lavori”, sottolinea Maria Villa Allegri*, presidente di LEDHA. Anche nel mondo della comunicazione, infatti, c'è ancora parecchia strada da fare: troppo spesso il tema della disabilità viene trattato in modo distorto, quando si verificano eventi tragici o episodi di discriminazione clamorosi. Manca invece il racconto della normalità e della quotidianità".
“Le associazioni hanno svolto in questi anni un grande ruolo nel fare cultura attorno al tema della disabilità – aggiunge Villa Allegri –. Ma questo compito non spetta solo a loro: tocca alla comunità, ai media scendere in campo per fare in modo che ci sia un'informazione corretta sulla disabilità”
*Vice presidente Vicario Anffas Onlus
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23 marzo 2015