Fonte www.superando.it - «Separare, dividere, classificare, identificare: a seconda della tipologia e dell’intensità della disabilità vengono erogati servizi sempre più specializzati in base alla “tipologia” e alle condizioni di salute della persona. Una visione segmentata della persona con disabilità, che punta sempre più all’assistenza ed è sempre meno orientata all’inclusione. Quello che stiamo vivendo negli ultimi anni è un processo culturale e organizzativo che non riguarda solo i servizi sociali, ma che rischia di investire anche il mondo della scuola italiana che sperimenta (spesso con successo) da quasi quarant’anni anni un modello inclusivo. Perché anche nel mondo della scuola continuano a persistere le scuole speciali: oggi, solo in Lombardia, sono attivi 16 plessi (per un totale di 24 scuole) frequentati da quasi 900 tra bambini e ragazzi».
Vengono esposti così, dagli organizzatori, i concetti attorno ai quali si terrà giovedì 1° ottobre a Milano (Aula Pagani, Edificio U7 dell’Università Milano Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi, 8, ore 14-18) il convegno significativamente intitolato Disabilità: separare fa male?… anche a scuola?, appuntamento promosso dalla LEDHA – la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – in collaborazione con il Corso di Laurea in Servizio Sociale Sanitario (Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale) dell’Ateneo ospitante.
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29 settembre 2015