Fonte www.dire.it - L'inclusione c'è, ma è "fai da te": e si vede particolarmente bene all'istituto agrario Sereni di Roma, frequentato da 156 ragazzi con disabilità, dove l'integrazione è la stella polare, ma in mancanza di risorse strutturali adeguate, le soluzioni s'inventano "dal basso". L'allarme era stato già lanciato quest'estate dalla preside Patrizia Marini, che oggi dichiara lapidaria: "Siamo pieni di carta assorbente", per descrivere il lavoro di "tamponamento della emergenze" che si svolge ogni giorno, tra le presidenza, la segreteria, i corridoi e le aule di una scuola che risente particolarmente di alcune questioni in attesa di soluzione.

"Mia figlia sporca e bagnata: una barbarie" Un esempio emblematico: il problema apparentemente insolubile dell'assistenza igienica, o "materiale", con una domanda che resta sempre senza risposta: a chi compete? A quanto pare, a nessuno, visto che "giorni fa ho ripreso mia figlia a scuola, fradicia dalla testa ai piedi, sporca e maleodorante. Ha 20 anni e mi è parsa una vera barbarie", racconta Paola, mamma di una ragazza in sedia a ruote.

Non se la prende con la scuola, Paola, "insegnanti e dirigenti fanno di tutto per tappare i buchi delle istituzioni". Ma i buchi, evidentemente, sono troppi e, a volte, le toppe non bastano.

Torna allora la domanda: chi avrebbe dovuto pulire la figlia di Paola? Ci risponde la preside: "Non spetta agli assistenti specialistici, ma neanche ai collaboratori scolastici, come i sindacati non mancano di ricordare. Competerebbe a figure preposte ex articolo 7″, ovvero collaboratori scolastici che abbiano frequentato un corso di formazione dedicato.

"Ma sono anni che questi corsi non si fanno – riferisce la preside – e se a scuola mancano gli articoli 7, non si sa davvero come fare. Qui da noi il problema riguarda solo quattro ragazzi in sedia a ruote – precisa – e cerchiamo ogni giorno di trovare soluzioni".

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 9 ottobre 2015