BRUXELLES - Per ridurre le disuguaglianze sociali e
consentire un maggior benessere a tutti, soprattutto i più vulnerabili,
gli Stati dovrebbero aumentare la spesa per i bambini sotto i sei anni.
Questa la raccomandazione principale che emerge dal primo Rapporto sul benessere
dei bambini nei 30 paesi Ocse. Secondo il Rapporto intitolato "Garantire il
benessere dei bambini", la spesa pubblica che i paesi dell'Ocse dedicano
mediamente ai bambini fino al loro sesto anno di vita rappresenta non più del
25% della spesa totale per l'infanzia. Si potrebbe invece ottenere un
miglioramento a lungo termine della salute, dell'istruzione e del benessere
dei bambini se la spesa pubblica fosse più equilibrata tra le due grandi
fasi dell'infanzia: la prima fascia di età di "Dora l"esploratrice (una serie tv
animata per bambini che ha per protagonista una bimba di 7 anni e i suoi amici)
e quella della seconda infanzia o adolescenza (gli anni" Facebook ").
Il
Rapporto Ocse mette a confronto la spesa e la politica pubblica per i bambini
utilizzando i principali indicatori del benessere: istruzione, sanità, alloggio,
reddito familiare e qualità della vita scolastica. I paesi che spendono
relativamente di più per i loro bambini sono Finlandia, Francia, Ungheria,
Islanda e Norvegia. Spendono invece meno Irlanda, Giappone, Paesi Bassi, Nuova
Zelanda e Stati Uniti. Questi ultimi, in particolare, spendono 20.000 dollari
per i bambini sotto i sei anni, quando la media Ocse è di 30.000 dollari. La
spesa pubblica totale destinata ai bambini Usa è invece al di sopra della media
Ocse: 140.000 dollari contro poco più di 125.000. Tuttavia, la salute e
l'istruzione dei giovani americani non risulta all'altezza di questa spesa più
elevata. La spesa del governo italiano per bambini si situa molto vicino alla
media globale dell"Ocse. Il deficit è tuttavia grande quando si osservi il dato
sulla spesa per i bambini piccoli, dove l'Italia spende l'80% della media
Ocse. I bambini italiani hanno inoltre dei rendimenti peggiori dei
loro coetanei di altri paesi in molte aeree di rilievo per la misura del
benessere. Il reddito familiare medio è relativamente basso secondo gli standard
dell'Ocse, e i tassi di povertà infantile sono relativamente elevati. Il tasso
di povertà infantile in Italia é infatti del 15,5%, a fronte di una media Ocse
del 12,4%. (Vedi lancio successivo)
Disposizioni per aumentare le
prestazioni in denaro per i bambini di età prescolare e rafforzare i servizi
prenatali e postnatali, nonché accoglienza di bambini molto piccoli, soprattutto
per le famiglie svantaggiate, può servire a promuovere il bene essere di tutti i
bambini. Promuovere l'allattamento al seno e istruire i genitori circa
l'importanza di un'alimentazione sana ed i rischi del fumo aiuterà anche. "La
crisi sta mettendo sotto pressione i bilanci pubblici di tutti i paesi. Ma
tutte le economie di spesa ottenute nel breve termine termine in materia di
istruzione e salute dei bambini comporteranno dei significativi costi a lungo
termine per l'intera società" ha dichiarato ieri il Segretario generale
dell'OCSE Angel Gurria. "I governi dovrebbero invece cogliere questa opportunità
per massimizzare i loro investimenti sui bambini. Per quanto riguarda poi i
bambini svantaggiati, è particolarmente importante intervenire durante la prima
infanzia, quando il futuro è ancora da costruire e si può ancora sperare di
spezzare il ciclo della povertà e dell'esclusione ".
I responsabili
politici dovrebbero introdurre maggiori incentivi finanziari, come le
prestazioni in denaro o i buoni pasto in caso di gravidanze ad alto rischio, e
sostenere di più i servizi prenatali, come fanno già alcuni paesi, ad esempio
l'Ungheria, dove alle donne incinte vengono pagati degli assegni alla nascita, a
condizione di effettuare almeno quattro controlli medici durante il periodo di
gravidanza. La maggior parte dei paesi OCSE concentrano la loro spesa
sull'istruzione obbligatoria. Spesso, però, i sistemi scolastici non sono
progettati per affrontare i problemi dei bambini svantaggiati. Per impiegare
al meglio le risorse, una maggiore attenzione dovrebbe invece essere data
proprio agli scolari maggiormente svantaggiati, ad esempio con maggiori servizi
di tutorato e doposcuola.
(4 settembre 2009)
Per approfondire
leggi la scheda
sull'Italia
scarica
il Rapporto OCSE "Doing better for children" (in inglese)
leggi
il comunicato stampa dell'OCSE (in inglese)
leggi
il 4 rapporto del Gruppo CRC sulla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia