La vicenda relativa alla riforma del nuovo ISEE e delle sue ripercussioni sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie si infittisce e si complica, con novità non del tutto positive.
A seguito, infatti, delle sentenze del Consiglio di Stato (Sentenze n. 00841, 00842 e 00838) del febbraio scorso (che - ricordiamo - hanno ritenuto illegittimo il computo delle provvidenze economiche a favore delle persone con disabilità nel calcolo dell’indicatore economico e la differenziazione delle franchigie tra minorenni e maggiorenni) il Governo, nel corso della riunione del 3 maggio scorso della Commissione Istruzione del Senato, ha presentato un emendamento con l’intento di modificare l’attuale DPCM 159/2013 per adeguarsi alle sentenze sopra indicate.
Grande è la preoccupazione di Anffas, che dal 2012 segue l’iter della riforma con l’intento di evitare nuove vessazioni, anche economiche, per le persone con disabilità e le loro famiglie, già esposte - rispetto alle altre - a maggior rischio povertà ed esclusione sociale.
La prima perplessità riguarda il fatto che, mentre era già all’opera il comitato di monitoraggio (voluto proprio dal Governo come luogo di elaborazione di scelte partecipate da tutti gli attori coinvolti a partire dal movimento associativo) che stava, appunto, discutendo, cercando dati ed effettuando proiezioni, su come modificare l’Isee, anche a seguito delle sentenze del Consiglio di Stato, il Governo abbia deciso di presentare, “tout court”, un emendamento, all’interno di un testo di legge che affronta tutt’altri temi.
La seconda perplessità riguarda i contenuti di tale emendamento che comunque rimane un provvedimento “tampone” in vista della più complessiva rivisitazione dell’intera materia.
L’emendamento prevede infatti, giustamente, l’esclusione dal calcolo dell’ISEE delle “classiche” provvidenze economiche (p.e. pensione di invalidità civile, indennità di accompagnamento, indennità di frequenza, ecc., come prescritto dalle citate sentenze) ma anche i contributi per la vita indipendente e ogni alta forma di sostegno economico connesso alla disabilità.
Pertanto da una prima e superficiale lettura, il citato emendamento, potrebbe apparire positivo.
Mentre da una più attenta ed approfondita analisi si rileva che il suddetto emendamento a fronte dell’eliminazione dal calcolo delle suddette provvidenze prevede, di contro, l’eliminazione del sistema delle franchigie, reintroducendo il previgente sistema di maggiorazione del parametro di equivalenza.
Ciò andrà a determinare, quindi, l’impossibilità di selezionare, con una certa equità, le diverse condizioni di disabilità e non autosufficienza, con il concreto rischio di innalzare maggiormente l’ISR (Indicatore delle Situazione Reddituale) proprio per chi ha maggiori carichi assistenziali.
Il risultato sarà pertanto che ad essere penalizzate da questo emendamento saranno proprio le persone con disabilità a più alta intensità di sostegni e basso patrimonio. Infatti eliminando il preesistente sistema delle franchigie e sostituendolo con la maggiorazione del parametro di equivalenza paradossalmente si vanno a premiare le situazione in cui ci sono maggiori risorse reddituali e patrimoniali e senza alcuna selettività tra i diversi gradi di gravità.
I ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri!!!
A ciò si aggiunge lo stato di totale confusione e disorientamento cui i cittadini sono ormai costretti da tempo (sono circa 500.000 gli Isee già rilasciati dall’Inps su cui è molto elevato il rischio di illegittimità e quindi fonte di probabile enorme contenzioso).
Permane, inoltre, tutta una serie di questioni, più volte nel tempo ribadite da Anffas e che andrebbero opportunamente affrontate e risolte.
Proprio in considerazione di tutto questo e delle gravi ripercussioni che le scelte di Governo e Parlamento potrebbero avere sulla vita di milioni di persone e famiglie – già in difficoltà – nel nostro Paese, Anffas fa appello affinché si proceda a:
- escludere dal computo dell’ISR qualsiasi provvidenza assistenziale e non solo quelle relative alla disabilità;
- prevedere l’applicazione dell’ISEE ridotto anche ai minori con disabilità;
- garantire forme di detrazione delle spese assistenziali anche agli incapienti;
- garantire la detrazione delle quote di partecipazione alla spesa per servizi socio-sanitari e socio-assistenziali.
- sanare in modo dirimente la definizione di prestazioni sociali agevolate cui si applichi l’ISEE ridotto;
- considerare la presenza di una disabilità plurima;
- introdurre elementi che valorizzino il lavoro dei caregiver familiari e il relativo impoverimento dei nuclei di riferimento;
- escludere dal computo dell’ISP i risparmi derivanti da provvidenze economiche non rilevanti ai fini Isee (per esempio: Indennità di accompagno) spesso solo accantonati per garantire il “durante e dopo di noi” mentre la famiglia sostiene da sé tutte le spese necessarie alla vita del proprio congiunto con disabilità.
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10 maggio 2016