Vita.it - L’obbligo di avere una laurea per fare l’educatore. Due nuovi nomi e un tentativo di fare chiarezza sulle rispettive competenze e ambito d’azione per gli educatori e gli educatori professionali, che dovrebbero chiamarsi in futuro educatore professionale socio-pedagogico (laureato nella classe 19, presso Scienze dell’educazione) e educatore professionale socio-sanitario, laureato nella classe sanitaria 2.
Fin qui il lavoro fatto prima dell’estate dalla Camera, ora tocca al Senato. La Commissione VII ha avviato ieri i lavori, con due testi: il 2443 trasmesso dalla Camera, risultante dai testi che avevano come prime firmatarie Vanna Iori (Pd) e Paola Binetti (Area popolare) e il 2474, della senatrice 5 stelle Manuela Serra.
L’intento di una legge in materia, ha sottolineato la senatrice Francesca Puglisi, relatrice dei provvedimenti, «è di disciplinare specifiche figure professionali altamente qualificate», motivo per cui «sollecita tutte le forze politiche a lavorare congiuntamente affinché si compia un ulteriore passo avanti per assicurare la qualità degli interventi educativi».
Ma quali sono le differenze tra i due provvedimenti? Si riscontrano soprattutto nella parte inerente la formazione universitaria dell'educatore. Il testo della senatrice Serra propone infatti l'istituzione di un nuovo corso di laurea abilitante e interfacoltà, che dovrebbe nascere tra la facoltà di scienze della formazione e le facoltà di medicina e farmacia. Il disegno di legge approvato dalla Camera invece mantiene le attuali classi di laurea - quella in scienze dell'educazione e della formazione, per l'educatore professionale socio-pedagogico e quella in professioni sanitarie, per l'educatore professionale socio-sanitario – stabilendo comunque che le università favoriscono in via prioritaria l'attivazione di corsi di laurea interdipartimentali o interfacoltà tra strutture afferenti all'area medica e all'area delle scienze dell'educazione.
Inoltre il disegno di legge Serra prevede un piano straordinario di assunzioni, in virtù del quale alle scuole di ogni ordine e grado verrebbero assegnati educatori professionali e pedagogisti per progetti di contrasto della dispersione scolastica, di integrazione di alunni con bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell'apprendimento. Differenti anche le norme finali e transitorie che stabiliscono differenti modalità per conseguire le “nuove” qualifiche per quanti siano in possesso di determinati requisiti.
La relatrice, consapevole «dell'interesse registrato da parte degli operatori del settore», ha proposto «di svolgere alcune audizioni, nella prospettiva di compiere un lavoro approfondito».
13 ottobre 2016