Fonte www.personecondisabilita.it - La LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità ha inviato una lettera aperta ai deputati e ai senatori eletti nelle circoscrizioni lombarde per denunciare un fatto grave: un “furto di parole”.
“Ignoti sono penetrati nelle nostre sedi e hanno rubato le nostre migliori parole e le hanno inserite nello Schema di decreto recante norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità (378)", si legge nel testo della missiva.
Nel testo del decreto, infatti, sono contenuti richiami all’articolo 3 della Costituzione, a due leggi fondamentali per l’inclusione delle persone con disabilità (la 104 del 1992 e la 328 del 2000) e alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Un testo che, all’articolo 24, parla di educazione e istruzione prendendo a modello gli oltre quarant’anni di integrazione scolastica italiana. Un’esperienza unica al mondo. Questi richiami, tuttavia, vengono traditi già nelle pagine successive alla premessa. Tutti i sostegni che fino a oggi hanno garantito l'integrazione scolastica per alunni e studenti con disabilità (insegnanti di sostegno, assistenti alla comunicazione, educatori, trasporti, ...) vengono confermati ma “nel limite delle risorse disponibili”.
In concreto, questo vuol dire che non saranno più diritti esigibili. Inoltre, nella scuola immaginata dal nuovo decreto le decisioni sui sostegni necessari a garantire l’inclusione dei bambini e dei ragazzi con disabilità verranno prese da commissioni formate da medici. Mentre le famiglie e le associazioni non avranno più voce in capitolo.
“Questa non è inclusione ma ulteriore separazione. Questa non è inclusione ma ulteriore emarginazione”, scrive Alberto Fontana, presidente di LEDHA, nella lettera (il testo è qui disponibile) inviata ai parlamentari lombardi in cui si chiede di riscrivere l’emendamento, seguendo le indicazioni che FISH-Federazione italiana superamento handicap* ha raccolto in un documento che è stato presentato nei giorni scorsi in un’audizione alla Camera dei deputati.
“Se non vi fosse possibile far rispettare i diritti dei bambini e ragazzi con disabilità, allora, restituiteci almeno le parole che ci sono state rubate – conclude la lettera inviata ai deputati e senatori lombardi -. Togliete i riferimenti all'articolo 3 della Costituzione, alla Legge 104 e alla Legge 328, e soprattutto alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e dichiarate, sinceramente, l'intenzione dello Stato Italiano di mettere in secondo piano i diritti dei nostri bambini e ragazzi rispetto alle esigenze di bilancio”.
*Cui Anffas Onlus aderisce
17 febbraio 2017