Fonte www.superando.it - Sovrautilizzo di servizi e prestazioni inefficaci e inappropriate, frodi e abusi, acquisti a costi eccessivi, sottoutilizzo di servizi e prestazioni sanitarie efficaci e appropriate, complessità amministrative, inadeguato coordinamento dell’assistenza: tutto ciò comporta un impatto di 22,51 miliardi di euro di sprechi sulla spesa sanitaria pubblica, come emerge dal Secondo Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale 2016-2025, presentato all’inizio di giugno dalla Fondazione GIMBE, l’organizzazione costituita qualche anno fa dall’Associazione Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze, nota anche per la sua campagna Salviamo il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
«Il motivo principale di stupore – commenta Nino Cartabellotta, presidente di GIMBE – è costituito dall’inverosimile convivenza di oltre 20 miliardi di sprechi con un finanziamento pubblico tra i più bassi d’Europa e, tutto sommato, servizi sanitari di livello elevato. Eppure, da una lettura attenta del nostro Rapporto si evince che gli sprechi si annidano nell’erogazione di beni e servizi e nella pianificazione e organizzazione dell’assistenza sanitaria, mentre la scure del finanziamento pubblico si è abbattuta principalmente sul personale, che tra blocco delle assunzioni e mancato rinnovo di contratti e convenzioni dal 2009 rappresenta una voce di spesa stabile per il Servizio Sanitario Nazionale».
Per quanto riguarda la specifica categoria delle frodi e degli abusi, «secondo le nostre stime – dichiara il Presidente di GIMBE – essa erode circa 4,95 miliardi di euro, tramite fenomeni corruttivi e/o comportamenti opportunistici condizionati da conflitti di interesse, che non configurano necessariamente reato o illecito amministrativo, ovvero non sempre sono condotte perseguibili per legge. Scorrendo infatti l’elenco dei singoli casi, risulta evidente che da un lato tutti gli attori del sistema sanitario sono coinvolti (politica, management, professionisti sanitari, cittadini e pazienti), dall’altro che è difficile, se non impossibile, introdurre misure preventive per molti abusi che non rappresentano reati o illeciti amministrativi, ma sono di fatto alimentati da conflitti di interesse e/o scarsa etica professionale».
Detto quindi che il nuovo Rapporto GIMBE sottolinea il notevole impegno di AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) e ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione), nel tentare di mettere in campo varie misure di prevenzione, Cartabellotta conclude ricordando che «il nostro Osservatorio per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale ha identificato nel monitoraggio analitico di frodi e abusi una priorità per il biennio 2017-2018: infatti, in un momento particolarmente critico per la sostenibilità del Servizio Sanitario, questo tipo di sprechi non è più tollerabile non solo per ragioni economiche, ma soprattutto etiche. Anche per questo chiediamo a tutti di contribuire attivamente, attraverso la consultazione pubblica del nostro Rapporto, aperta sino al 30 settembre prossimo».
A questo link è disponibile la tassonomia GIMBE Frodi e abusi in Sanità, contenuta nel Secondo Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale 2016-2025. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@gimbe.org (Roberto Luceri).
11 luglio 2017