Fonte www.superabile.it - Nei campi già si corre o si gioca come se fosse una normale giornata di allenamenti: la pista di atletica frequentata da giovanissimi, i campi di calcio occupati dai ragazzi amputati e da quelli non vedenti, la terra battuta del tennis animata dagli atleti in carrozzina. Si gioca, si fatica e ci si diverte, ma questa non è una giornata come tutte le altre: lo dimostrano il gran numero di abiti eleganti che girano tutto intorno, non proprio l’abbigliamento ideale per correre e divertirsi. E’ la solenne inaugurazione del “Centro di preparazione paralimpica” di via delle Tre Fontane a Roma: suona l’inno di Mameli per l’arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che viene a tagliare il nastro che segna finalmente l’avvio ufficiale di una struttura attesa da oltre un decennio e ora pronta ad ospitare tanti atleti, con disabilità e non solo. Suona l’inno e viene cantato, anzi urlato, dalle ragazze della nazionale di pallavolo che ai mondiali per atleti sordi hanno regalato un grande successo ai colori azzurri.
Il “Centro di preparazione paralimpica” delle Tre Fontane a Roma è il primo progetto polifunzionale sul territorio nazionale dedicato specificatamente alla pratica e alla promozione delle discipline sportive per la popolazione con disabilità fisica, intellettivo-relazionale e sensoriale.
La struttura, realizzata su un’area di 7 ettari, in concessione al Comitato Italiano Paralimpico, è stata attrezzata per favorire l’attività sportiva, amatoriale e agonistica, delle persone con disabilità e non. Nel Centro di Preparazione Paralimpica sarà possibile praticare diverse discipline sportive fra cui tennis, torball, goalball, calcio e calcio a cinque, nuoto, scherma, atletica, tennis tavolo, danza moderna. Ad oggi sono stati realizzati la piscina, il fabbricato con gli uffici e gli spogliatoi, l’area ristoro, la pista di atletica, il campo di calcio a 11, i campi da tennis e quelli per il calcio a 5.
Sono stati completati anche i parcheggi ed è stata sistemata l’area esterna a verde. L’intero progetto prevede anche la realizzazione di un palazzetto polifunzionale e una foresteria per avviare un percorso di welfare attivo con l’obiettivo di ospitare una sorta di fase 2 del percorso riabilitativo. Il completamento di questo secondo lotto sarà possibile anche grazie a uno stanziamento di 6.500.000 euro da parte del Cipe.
Si tratta dunque di un modello progettuale unico nel suo genere per la sua completa accessibilità sia a livello di attività sportive che come percorsi interni all’impianto, anche per quanto riguarda le strutture non sportive (area ristoro, uffici e spogliatoi). Ma non solo sport: il Centro di Preparazione Paralimpica ospiterà anche manifestazioni, eventi sportivi, stage e tirocini per tutti gli studenti delle scuole e degli istituti universitari convenzionati con il Comitato Paralimpico, sia a livello nazionale che con le sue articolazioni regionali, con le Federazioni Sportive Nazionali e le Federazioni Sportive Paralimpiche, al fine di ricercare una più completa integrazione fra persone disabili e normodotate.
PANCALLI. “Non nascondo l’emozione per questo giorno”, dice il presidente del Cip, Luca Pancalli, ricordando quel giorno del 2006 in cui veniva posta la prima pietra di una struttura che avrebbe dovuto essere inaugurata nel 2009. “Ci sono stati problemi su problemi, sono passati 4 sindaci e 2 commissari, ma ce l’abbiamo fatta”. Pancalli parla di “impresa” e di “sogno realizzato”: “Quando, 37 anni fa, subii il mio incidente sportivo e iniziai la riabilitazione in un centro austriaco, fui colpito dalla presenza di un centro sportivo attiguo a quello della riabilitazione in cui si allenavano atleti in carrozzina. Con i miei compagni di riabliitazione rimanemmo affascinati dalla eleganza dei loro gesti atletici. Rientrato in Italia, portai con me il sogno di vedere realizzato un centro di quel genere, un luogo che potesse rappresentare un momento di avviamento allo sport per tante persone con disabilità, un luogo pensato per i ragazzi con disabilità ma inclusivo, non esclusivo. Le carrozzine a bordo vasca, le protesi sulla pista di atletica qui saranno non l’eccezione, ma la norma: ciò che dovrebbe accadere in tutte le strutture sportive”.
“Ho conosciuto una bambina, Sara, qualche giorno fa: lei gioca a basket in carrozzina e ha un sorriso contagioso. Il nostro compito non è solo quello di coltivare risultati agonistici, ma di regalare un sorriso a tanti bambini come Sara”.
MATTARELLA. "Volevamo vedere questo movimento adulto, ora è cresciuto": parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella, che si dice felice nel prendere parte all'inaugurazione del Centro. "Lei - dice a Pancalli - ha parlato di un sogno, ma quel sogno non era solo suo, bensì di tanti, di un intero Paese, anche se avvertito e interpretato da alcune avanguardie più capaci di visione. Questa condizione si è raggiunta, le Paralimpiadi di Rio de Janeiro sono state un evento di straordinaria importanza per il nostro Paese. Hanno avuto un valore pedagogico per il nostro Paese, facendo comprendere a schiere di giovani con disabilità che si può realizzare un sogno. Questo è un grande risultato".
MALAGO' E RAGGI. Presente anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Ho un sogno: che le due facce dello sport italiano, quella olimpica e quella paralimpica, diventino un giorno una stessa medaglia”.
“La nostra città – ha detto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, si dota di un complesso sportivo eccezionale, innovativo e futuristico: è la prova che Roma e l’Italia sanno primeggiare, e che il lavoro di squadra permette di raggiungere qualsiasi risultato”.
Quel lavoro di squadra che, sottolinea Raggi, è stato compiuto anche dalle Istituzioni per superare gli ultimi ostacoli: “La soluzione agli ultimi impedimenti è stata un modello di collaborazione interistituzionale”.
LOTTI. “E’ una giornata che ci riempie di orgoglio”, dice il ministro dello Sport, Luca Lotti, “una struttura che è un modello unico nel suo genere e che deve essere celebrata come una grande infrastruttura di interesse strategico per il paese”. Lotti ricorda l’abbraccio fra l’atleta paralimpico Oscar De Pellegrin e il suo allenatore dopo la vittoria dell’oro nel tiro con l’arco a Londra 2012, e ripete le parole del campione oggi ambasciatore dello sport paralimpico: “Nella nostra società quello che non si conosce si esclude, noi del movimento paralimico dobbiamo essere i principali attori per farlo conoscere, dando speranza a chi ne ha bisogno”. Per questo, dice Lotti, “il nastro che tagliamo oggi non è quello del traguardo, questo è un inizio”. E sottolinea il finanziamento di 6 milioni e mezzo di euro stanziato dal Cipe per completare l’opera. E guardando al futuro, ricorda anche il passato, quello della Roma del 1960 che dopo aver ospitato le Olimpiadi vide anche quei Giochi internazionale per paraplegici che poi, anni dopo, vennero riconosciuti come la prima edizione delle moderne Paralimpiadi.
Una storia nata al Centro Paraplegici di Ostia, in casa Inail,.grazie all'intuizione del direttore del Cpo, quell'Antonio Maglio che è il pioniere della sport terapia nel nostro paese.
"Quegli atleti furono ospitati in un Villaggio Olimpico che era stato costruito per gli atleti olimpici, completamente inaccessibile alle persone disabili: gli atleti venivano portati a braccio dai militari. Oggi possiamo permetterci perfino di sorridere - dice il ministro dello Sport - ricordando quel 1960, ma lo facciamo sapendo che il presente e il futuro deve essere quello di strutture come il Tre Fontane, pienamente accessibili a tutti".