Fonte www.edf-feph.org - La visita in Portogallo del presidente dello European Disability Forum si è concentrata sui diritti delle persone con disabilità e sull'impatto della crisi economica su queste ultime. Ha esaminato, infatti, la politica del governo portoghese al fine di garantire la tutela dei diritti delle persone con disabilità e le osservazioni più importanti sono state l'alta percentuale di discriminazione nel paese (circa il 65% rispetto al 15% del resto d'Europa) e la mancanza di una strategia nazionale per l'inclusione dei cittadini con disabilità.
Nonostante il governo portoghese abbia infatti introdotto importanti misure realtive ai benefici sociali mirati e alla vita indipendente, restano ancora motli problemi nel paese. Ad esempio si registrano ancora notevoli ritardi relativamente all'inclusione delle persone con disabilità, un alto tasso di disoccupazione salito al 26,7% con le donne che subiscono una doppia discriminazione, dato che il 37,2% delle donne con disabilità risulta essere disoccupato rispetto al 20% degli uomini. L'accesso alle prestazioni sociali, inoltre, richiede almeno un punteggio di "disabilità del 60%", basato su una valutazione medica cosa che comporta ovvie penalizzazioni per molti cittadini.
Su questo punto il presidente dell'EDF ha evidenziato che: "Sono necessarie riforme relative alle modalità con cui le persone ricevono le agevolazioni sociali e sul funzionamento del sistema di valutazione delle disabilità, in particolare sull'analisi medica che potrebbe agire contro i principi e le linee guida tracciate dalla Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità. La valutazione dovrebbe essere basata sui bisogni delle persone, non sul livello di disabilità: è questo l'approccio basato sui diritti umani".
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