Fonte www.disabili.com - Cinque anni di lavoro, 22 partner in 11 Paesi, 250 ricercatori sono i numeri del più ampio progetto di ricerca (sia per vastità di aree di studio che per centri e finanziamenti in campo) che l’Unione Europea ha dedicato all’epilessia nel bambino, dando un importante impulso alle conoscenze in materia e gettando le basi per futuri sviluppi di diagnosi, cura e trattamento.

“DESIRE”, acronimo di “Development and Epilepsy - Strategies for Innovative Research to improve diagnosis, prevention and treatment in children with difficult to treat Epilepsy” è il Progetto Europeo coordinato dal prof. Renzo Guerrini, Direttore del Centro di Eccellenza di Neuroscienze dell’Ospedale pediatrico Meyer e ordinario di Neuropsichiatria Infantile dell’Università degli studi di Firenze che ha portato a rilevanti risultati, tra i quali l’identificazione di almeno cinque nuove entità cliniche (alcune vere e proprie malattie precedentemente sconosciute, altre condizioni cliniche per le quali è stata identificata la causa genetica), la realizzazione del registro italiano di malattia per la sindrome di Dravet, grave encefalopatia epilettica dell’infanzia, e lo sviluppo e il brevetto di una strumentazione in grado di raccogliere e filtrare alcune particolari attività elettriche ad altissima frequenza generate dalla corteccia cerebrale come biomarker delle zone epilettogene del cervello.

COS’È L’EPILESSIA – Poco meno dell’1% della popolazione è colpito da epilessia, che in oltre la metà dei casi insorge in età pediatrica, con conseguenze sullo sviluppo cerebrale successivo del bambino. Nella persona con epilessia vi è il ripetersi di sintomi o manifestazioni mentali o comportamentali involontarie dovute all’attivazione impropria di circuiti cerebrali.
Le crisi epilettiche sono favorite da fattori che aumentano l’eccitabilità delle cellule nervose e ne abbassano la soglia di scarica spontanea: possono verificarsi in assenza di alterazioni morfologiche, come conseguenza di pura disfunzione di popolazioni neuronali, oppure in conseguenza di un danno cerebrale recente o preesistente, accertato o presunto. 
Gli esami diagnostici fondamentali per i pazienti con epilessia sono l’elettroencefalogramma (EEG), le neuro immagini (soprattutto la risonanza magnetica), e la valutazione neuropsicologica.
La ricerca genetica nell’ambito dell’epilessia è un’area di grande interesse sia per la diagnostica clinica sia per la comprensione dei meccanismi che la determinano: identificare i geni coinvolti nell’epilessia permette di conoscere meglio i meccanismi fisiopatologici e di elaborare modelli sperimentali oltre che orientare nuove strategie terapeutiche.

LE GRAVI EPILESSIE NEL BAMBINO – Lo studio DESIRE si è incentrato sui disturbi di natura epilettica con esordio precoce e di elevata gravità. Ci sono infatti epilessie così gravi da ridurre le potenzialità di sviluppo delle funzioni più complesse del cervello del bambino, causando encefalopatie, con conseguenti alterazioni delle funzioni mentali e del comportamento. Disturbi di cui la scienza sa ancora poco, resistenti ai farmaci e causa di disabilità spesso grave e di ridotta qualità della vita. Il focus del progetto è stato quindi posto sulla conoscenza dei meccanismi che stanno alla base di questi gravissimi disturbi. 

Per maggiori informazioni: http://www.meyer.it/index.php/ospedale/ufficio-stampa/9-news/3341-dal-meyer-di-firenze-la-sfida-all-epilessia-infantile

I RISULTATI -  All’interno delle linee di ricerca dei vari gruppi di  lavoro, lo studio ha raggiunto significativi risultati, che rappresentano il punto di partenza per un loro ulteriore sviluppo Vediamo qui i più importanti risultati, presentati nella giornata di ieri all’ Ospedale pediatrico Meyer di Milano: 
 
Scoperte nuove malattie - Nell’ambito dell’individuazione delle cause genetiche dei meccanismi che sottendono ad alcune forme di epilessie gravi che insorgono nel periodo dello sviluppo cerebrale, sono state identificate almeno cinque nuove malattie/entità che possono quindi ora essere diagnosticate sul piano genetico-molecolare ed essere oggetto di prevenzione (tramite consulenza genetica). Inoltre sono stati identificati nuovi meccanismi alla base di malformazioni cerebrali causate da mutazioni genetiche confinate alle cellule nervose (mosaicismi somatici). Per alcune delle patologie descritte sono stati anche delucidati  i meccanismi fisiopatologici che le determinano e che possono divenire il bersaglio per lo sviluppo di terapie personalizzate.

Il Registro Italiano della Sindrome di Dravet -  Nell’ambito del progetto  DESIRE è stato anche realizzato un registro nazionale di malattia, ora nella fase di ampliamento al registro europeo, per la sindrome di Dravet, grave encefalopatia epilettica dell’infanzia. 
Il registro consentirà di raccogliere dati epidemiologici e di evoluzione della malattia e l’accesso a coorti di pazienti sufficientemente ampie da potere risultare attrattive per trial terapeutici più specifici. Il Centro dove risiede il server del registro e il team che gestisce il database è la Fondazione Monasterio CNR di Pisa, partner di DESIRE che ha messo a disposizione la propria expertise sui registri per le malattie rare.

Individuati nuovi biomarker - Un’altra linea di ricerca ha consentito la validazione dello studio di alcune particolari attività elettriche ad altissima frequenza generata dalla corteccia cerebrale come biomarcatore delle zone epilettogene. Per arrivare a questo risultato è stato utilizzato uno strumento brevettato all’interno del progetto DESIRE da parte di una azienda italiana, la Micromed. La mappatura di queste attività corticali è stata correlata con le immagini di risonanza magnetica ad altissima risoluzione prodotta dal magnete a 7 tesla del Consorzio Imago 7, di cui l’ospedale pediatrico Meyer è parte. 
Sempre su questo versante, un’altra linea di ricerca ha identificato biomarker tessutali cerebrali che consentono di distinguere, sulla base dello stato di metilazione del DNA, diversi sottotipi di displasia della corteccia cerebrale. 
Questi aspetti rappresentano un’area settoriale di uno studio collaborativo molto più ampio, definito European Epilepsy Brain Bank (Banca dei tessuti cerebrale europea), coordinato da partner tedeschi, che ha definito lo spettro delle anomalie strutturali cerebrali in oltre 9.500 campioni derivati da interventi  di neurochirurgia per l’epilessia. 

Tra le aree di studio scientifico, anche una linea esclusivamente sperimentale realizzata anche in collaborazione con altri gruppi di lavoro in modo traversale a DESIRE, che ha prodotto importanti conoscenze nell’ambito della riprogrammazione delle cellule neuronali a partire da cellule staminali dei pazienti e nell’ambito di approcci terapeutici sperimentali.
 
IL RUOLO DELL’ITALIACentrale il ruolo dell’Italia nel progetto, che è stato coordinato dal team diretto da prof Renzo Guerrini. Della sua equipe sono le ricerche che hanno portato alla scoperta di nuove sindromi con epilessia e di geni alla base di disturbi di questa natura, oltre ad occuparsi dello studio genetico dei disturbi dello sviluppo cerebrale legati a epilessia e del trattamento chirurgico di alcuni di essi. 
Questi studi e ricerche sono stati possibile anche grazie a strumentazione a elevato contenuto tecnologico, come strumenti di sequenziamento genetico massivo parallelo capaci di produrre enormi quantità di dati, e una risonanza magnetica 7 Tesla a campo ultra alto, unica in Italia, capace di acquisire dati e nuove tipologie di immagini del cervello in modo non invasivo, con un livello di risoluzione senza precedenti. 

LA COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE - “Va detto - precisa il professor Renzo Guerrini - che molto di quello che è stato costruito all’interno del progetto è ancora in elaborazione e i prodotti continueranno ad essere rilasciati nei prossimi anni. Il valore aggiunto di DESIRE è stato nelle collaborazioni internazionali. Ed è questo lo spirito della comunità europea, che spinge i ricercatori a interagire in maniera sistematica, superando le barriere locali e anche i limiti culturali delle singole discipline. Non tutti riescono a cogliere come ciò che si ottiene con questo approccio è molto più della somma delle singole componenti nazionali e fornisce la forza per abbattere i provincialismi della ricerca, altrimenti a rischio di restare confinata a interessi e obiettivi molto circoscritti. Non a caso è già alla base di nuove progettualità europee che i ricercatori del Meyer insieme ad altri partner di DESIRE stanno elaborando”.