Fonte:
superabile.it - Non ha tregua la battaglia per una vita degna di
Salvatore Crisafulli. Catenese, 45 anni, dal 2003 sta paralizzato in un letto.
Dopo due anni di coma, si è risvegliato e da allora, insieme a suo fratello
Pietro, lotta per la sua dignità e quella di chi, come lui, è intrappolato in un
corpo inerte. Lo scorso 23 settembre a casa di Salvatore arriva una missiva
dell'Inps, dove si invita la famiglia a consegnare "la documentazione relativa
allo stato invalidante", cosicché il beneficiario possa continuare a usufruire
dell'assegno di accompagnamento di 470 euro. Per i Crisafulli la richiesta è uno
schiaffo morale: già nel 2009 era pervenuta una missiva identica, nonostante
quello di Salvatore sia un caso di invalidità permanente. "Se lo scorso anno
l'Inps voleva sapere se mio fratello Salvatore era uno dei falsi invalidi
siciliani, questa volta pretende il miracolo". Pietro Crisafulli commenta così
l'ennesima prova di ciò che definisce "cattiva previdenza". Risponde
immediatamente il direttore della succursale Inps di Catania, Domenico
Busciglio: "Quella di Salvatore Crisafulli era una di quelle pensioni che non
andavano revisionate. Si è trattato di un errore del sistema informatico". "Non
appena ci siamo accorti dell'errore - prosegue - abbiamo subito avvisato la
madre di Salvatore Crisafulli".
Le dichiarazioni dell'Istituto di previdenza
sociale suonano false alla famiglia Crisafulli: "Siamo doppiamente amareggiati
indignati e schifati - scrivono in una nota -. È veramente assurdo vergognoso,
scandaloso ricevere una nuova lettera dell'Inps, dopo aver ricevuto
pubblicamente le scuse nel 2009, questo è un vero malfunzionamento della sanità
e della previdenza nazionale e siciliana, non vogliamo più scuse, chiediamo
invece all'Inps di spiegare a tutti gli italiani come possono accadere fatti
simili". Un anno fa lo stesso Busciglio, insieme al presidente nazionale Antonio
Mastrapasqua, avevano già ammesso in una nota gli errori compiuti dall'ente: "La
chiamata a visita di revisione è avvenuta esclusivamente e casualmente per un
fatto ‘tecnico' all'interno di elenchi nominativi, e senza alcuna conoscenza
personale del caso (noto presso l'opinione pubblica, ma certamente non alle
procedure informatiche). Il sig. Salvatore Crisafulli non rischia pertanto di
perdere la pensione di invalidità". Così, l'Inps aveva predisposto un codice, un
"flag", per escludere Crisafulli dalla lista di chi ogni anno deve attestare la
propria invalidità. Ma il sistema non ha funzionato. Busciglio dà la colpa al
sistema informatico attivo dal gennaio 2010 e già nella lettera scritta lo
scorso anno, il presidente nazionale dell'Inps Antonio Mastrapasqua affermava:
"Casi come quello della famiglia Crisafulli purtroppo possono verificarsi perché
non esiste una banca dati in cui siano condivise le diagnosi che consentono la
riscossione del sussidio". La procedura di verifica è infatti effettuata
"basandosi solo su elenchi nominativi, privi della necessaria diagnosi",
concludeva Mastrapasqua.
"Mia madre sta malissimo e mio fratello pure -
dichiara esasperato Pietro Crisafulli, irremovibile nella sua accusa all'Inps -.
Quella lettera li ha profondamente offesi. Ma si rendono conto di cosa significa
vivere così? Solo la morte può portare riparo". Pietro Crisafulli è sconcertato
dai tagli che ci sono stati anche nell'assegno di Salvatore: "Prima prendeva 600
euro - dice - adesso solo 470 e per queste comunque chiedono ancora le carte".
In un comunicato diffuso il 12 settembre fa sapere che a causa di forti dolori
addominali e incontinenza, suo fratello Salvatore dovrà essere portato in
ospedale per accertamenti. "L'Inps poteva ben evitare, prima ‘l'errore tecnico',
oggi ‘l'errore informatico'. Inoltre, si contraddice dicendo: ‘Lo avevamo già
esonerato da qualunque controllo'. Quest'ultima affermazione è palesemente
falsa, in quanto l'Inps la sera dell'11 ottobre ha provveduto immediatamente
alla conferma della sussistenza dei requisiti sanitari per usufruire del
beneficio". Domenico Busciglio, però, sottolinea che la lettera ricevuta dai
Crisafulli perde ogni valore e quindi non dovranno presentare alcun documento,
come lo scorso anno. Ed esclude che i controlli in ospedale abbiano attinenza
con la lettera ricevuta dall'Inps. (Lorenzo Bagnoli)
13 ottobre 2010