Fonte:
superabile.it - L'appello di una mamma, che pensa con
preoccupazione al futuro prossimo di sua figlia disabile e trova una speranza
nella legge 68/99. La lettera che pubblichiamo è scritta da una dipendente
Inail, mamma di Federica, che ormai ha 34 anni e non vuole più passare le sue
giornate in casa famiglia. Un'occupazione lavorativa sarebbe "un salto notevole
per la sua emancipazione e per la sia indipendenza".
Ecco il testo della
lettera:
Buongiorno a tutto lo staff di Superabile,
sono una
dipendente Inail, che visita spesso il sito dedicato ai disabili, in quanto
mamma di ragazza portatrice di handicap psichico. Mia figlia ha 34 anni, più
volte si è recata con me a lavoro, in questo stabile di piazzale Pastore, dove
io sono incardinata nella Dcru. Federica (mia figlia) è affascinata da questo
posto, le piace la gente, tutti i miei più diretti colleghi, ma purtroppo è solo
un'ospite occasionale che segue la propria mamma ogni tanto ed in via del tutto
eccezionale.
Federica durante la settimana si trova in una casa famiglia, a
Ciampino, dove svolge delle piccole attività lavorative, artistiche e dove
pratica anche sport, ma principalmente il suo percorso è stato finalizzato
all'autonomia personale e ad uno sviluppo delle sue capacità cognitive e
relazionali. Ormai il suo tempo è scaduto e Federica non ce la fa più a stare in
casa famiglia mentre la mamma lavora. Oltre tutto questa struttura, che ha
ospitato mia figlia per tanti anni, ha vita breve, sta per chiudere per la
mancanza dei fondi che il Comune dovrebbe versare e non versa, pertanto non può
andare avanti. Chi meglio di voi conosce le problematiche inerenti all'handicap
ed i risvolti pesanti che si abbattono sulle famiglie che vivono quotidianamente
realtà così difficili da gestire?
Ciò che mi ha spinto a scrivere è la
disperazione e la solitudine che sono diventate ormai le componenti costanti
della nostra esistenza (mia e di Federica). Il coraggio e la forza di andare
avanti vengono meno, dopo tanti anni di dure battaglie volte alla integrazione
sociale e ad ottenere il sostegno per poter offrire a Federica, come a tanti
altri ragazzi, una vita degna di essere vissuta. Sono qui a chiedervi un
consiglio e se possibile un aiuto; leggo con attenzione la legge 68/99 che
recita il DIRITTO AL LAVORO DEI DISABILI e mi viene spontaneo pensare che semmai
un giorno Federica potesse entrare nel mondo del lavoro, sarebbe un salto
notevole per la sua emancipazione e per la sua indipendenza, quando io non ci
sarò più (non posso dire "noi" perché mia figlia ha soltanto me). Vi ringrazio
per l'attenzione e vi auguro una buona giornata.
"La speranza non è solo
una sensazione, ma un valido antidoto per il nostro dolore".
27 ottorbe 2010