Rapporto Ue sulle persone con disabilità: "Negato il diritto alla partecipazione politica"
Fonte:
dire welfare - L'Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) ha
pubblicato una relazione sul diritto alla partecipazione politica e al voto
delle persone con problemi di salute mentale o disabilità intellettiva
nell'Unione europea, diritto che in alcuni Stati membri viene ancora negato.
Come ricorda Morten Kjaerum, "il diritto di voto e' un diritto fondamentale di
tutti i cittadini dell'Ue, comprese le persone con disabilità. Gli Stati membri
dell'Ue che ancora negano questo diritto dovranno quindi adeguare le loro leggi
per fare in modo che queste persone siano in grado di partecipare alla società
come fanno gli altri cittadini". Un esempio della contraddizione sollevata da
questo diritto negato lo dà al meglio uno dei disabili intervistati, affermando
che "anche se non posso parlare, non vuol dire che non abbia niente da dire".
Il rapporto rivela che troppo spesso gli Stati membri dell'Ue negano
automaticamente il diritto di voto alle persone che non hanno capacità
giuridica. Ciò significa che le persone non legalmente autorizzate a stipulare
contratti o sposarsi a causa di un problema mentale o intellettivo, si vedono
automaticamente negato il diritto di voto, senza alcuna valutazione individuale
da parte di un tribunale o di un giudice sulle loro capacità. Questo approccio
sembra in contraddizione con l'articolo sulla capacità giuridica della
Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
Al momento sono 16
i Paesi dove le persone con disabilità mentale e/o intellettiva non godono del
pieno diritto alla partecipazione politica: Portogallo, Irlanda, Belgio,
Lussemburgo, Germania, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia,
Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Grecia. Negli altri
paesi, questo diritto viene garantito totalmente o in parte, sulla base
dell'handicap. Il rapporto della Fra fa parte di un più ampio progetto di
ricerca sui diritti fondamentali delle persone con problemi di salute mentale e
le persone con disabilità intellettiva. Oltre ad un'analisi delle leggi vigenti
nei 27 Stati membri, la ricerca ambisce a valutare anche la situazione sul
terreno, coinvolgendo come ricercatori le persone con disabilità intellettiva e
con problemi di salute mentale. Le conclusioni saranno pubblicate nel 2012.
L'Unione europea ha firmato la Convenzione Onu sui Diritti delle persone con
disabilità (Crpd), e 16 dei 27 Stati membri la hanno già ratificata. In quanto
primo trattato sui diritti umani a cui l'Ue ha aderito in quanto tale, si tratta
di passo importante per garantire i diritti dei cittadini europei con
disabilità: si stima che questi siano circa il 10% della popolazione, ovvero
circa 50 milioni di persone. La Convenzione Onu rappresenta un importante
cambiamento nel modo di concepire la disabilità: infatti è la società che deve
adattarsi alle esigenze delle persone con disabilità, non viceversa. Le
conclusioni del rapporto Fra saranno presentate domani a Lisbona nel corso di
una conferenza sulla promozione dell'inclusione sociale e la lotta alla
stigmatizzazione nel settore della salute mentale.
(Dires - Redattore
Sociale)
Breve ma importante precisazione di Anffas Onlus: il
rapporto annovera l'Italia tra gli Stati in cui non vi sono restrizioni alla
partecipazione politica ed al voto da parte delle persone con disabilità a
seguito dell'introduzione della legge 180/1978, cd Legge Basaglia. Gli altri
(ben pochi) sono: Spagna, Austria, Paesi Bassi, Svezia e Finlandia, Regno Unito,
Irlanda, Cipro, Francia in cui solo tra primi 5 la piena partecipazione delle
persone con disabilità è prevista nelle rispettive Costituzioni.
10 novembre 2010