dissensoI dati di una ricerca Spi-Cgil

Fonte www.vita.it - Le persone non autosufficienti in Italia sono 2 milioni e 600mila. Di questi ben 2 milioni sono persone anziane. Lo dice una indagine conoscitiva di Spi-Cgil, presentata a Roma. L'indagine ha coinvolto tutte le regioni d'Italia e ha fotografato lo stato attuale della non autosufficienza, l'assistenza domiciliare integrata (Adi) e più in generale lo stato di salute dell'organizzazione dei servizi sanitari e sociali rivolti alle persone anziane.

Solo il 4,1% della popolazione anziana usufruisce dell'Assistenza domiciliare integrata.

La spesa sociale

La premessa da fare è che il governo Berlusconi ha fortemente ridotto se non azzerato la spesa sociale in Italia. Il Fondo per le Politiche sociali è passato da 930 milioni di euro a 43 milioni, mentre il Fondo per la non autosufficienza di 400 milioni di euro è stato, invece, annullato. Tagli e ritardi si sono registrati anche nell'erogazione dei Fondi di Premialità per otto regioni del Sud e in particolare di quei 345 milioni di euro destinati all'Assistenza domiciliare integrata (Adi).

L'Assistenza domiciliare integrata

La domanda di servizi di assistenza per anziani non autosufficienti è molto forte, ma attualmente vi rispondono soprattutto le badanti: 780mila in Italia. Solo il 4,1% del totale della popolazione anziana usufruisce dell'Assistenza domiciliare integrata. Si tratta di 502.475 persone, cioè solo un anziano su cinque. Così in Italia Il primato dell'Assistenza domiciliare integrata spetta all'Emilia-Romagna che assiste a domicilio l'11,6% della sua popolazione anziana. Seguono l'Umbria con il 7,7%, il Friuli Venezia Giulia con il 6,8%, il Veneto con il 5,5% e la Basilicata (unica regione del Mezzogiorno) con il 5%. Parzialmente soddisfacente è la quota di assistenza in Abruzzo (4,9%), nel Lazio (4,7%) e Lombardia (4,3%), dove però prevalgono gli interventi sanitari. Ritardi nell'attivazione e scarsa integrazione dei servizi territoriali si registrano in Liguria e Marche dove è assistito il 3,5% della popolazione anziana e in Molise dove la percentuale è del 3,3%. In Calabria, invece, la percentuale non supera il 2,8%. Percentuali basse si registrano, inoltre, in Sardegna (2,5%), in Piemonte (2,2%), in Trentino Alto Adige (2,1%) e in Valle d'Aosta (0,4%).

Gravi problemi ci sono in Campania (2,1%) e in Sicilia (1,5%) dove la struttura degli interventi è prettamente "ospedalocentrica". In Puglia la percentuale si attesta all'1,8%, con una situazione molto disomogenea sul territorio.

Per approfondire

Leggi le dichiarazioni di Spi-Cgil

16 marzo 2012