Fonte www.superabile.it - La presenza di altri ministri, oltre al titolare del dicastero del Welfare Enrico Giovannini, al momento non è confermata, ma la Conferenza nazionale sulle politiche della disabilità in programma venerdì e sabato a Bologna potrà ugualmente contare su una tavola rotonda aperta ad altri quattro ministeri, oltre a quello del Lavoro e Politiche sociali che organizza la due giorni.

Al completo la squadra del Welfare, con il titolare Giovannini e il viceministro Cecilia Guerra, ci sono speranze che il governo possa essere rappresentato anche dalla titolare del dicastero della Salute, Beatrice Lorenzin. I suoi colleghi dell'Istruzione (Carrozza), delle Infrastrutture e trasporti (Lupi) e della Pubblica Amministrazione (D'Alia) hanno invece ceduto il passo rispettivamente al sottosegretario Marco Rossi Doria, al sottosegretario Erasmo D'Angelis e al capo gabinetto della P.A. e semplificazione Guido Carpani.

Con loro, a discutere dei temi della Conferenza nella tavola rotonda conclusiva di sabato 13 luglio, ci sarà anche il presidente della Conferenza delle regioni Vasco Errani. E' stato invitato anche il neo-eletto presidente dell'Anci Piero Fassino. Non ci sarà alcun esponente del ministero dell'Economia, quello che ha potere sostanziale sulla fase dello stanziamento delle risorse: ma del resto, il dicastero di via XX settembre non risultava fra quelli invitati a partecipare alla Conferenza.

Venerdi mattina

A tre giorni dal via è stato pubblicato il programma definitivo dei lavori della quarta conferenza nazionale: luogo scelto il Palazzo dei congressi della Fiera di Bologna, appuntamento il 12 e 13 luglio. Si comincia, venerdì 12 luglio, in sessione plenaria: moderati dal giornalista Franco Bomprezzi si inizierà con i saluti del sindaco di Bologna Virginio Merola, della presidente della provincia Beatrice Draghetti e della vice-presidente della regione Emilia Romagna Simonetta Saliera.

La relazione introduttiva è affidata al viceministro Cecilia Guerra, cui seguiranno gli interventi di Matilde Leonardi, coordinatore del comitato tecnico scientifico dell'Osservatorio (a lei l'illustrazione del quadro nazionale), di Lorena Rambaudi, coordinatore della Commissione politiche sociali della Conferenza delle regioni (a lei il quadro regionale), e di una serie di interventi mirati a fare luce sulla situazione internazionale. Vi sarà un videomessaggio di Daniela Bas (capo della divisione per le Politiche Sociali e lo Sviluppo del Segretariato delle Nazioni Unite), del vice-presidente della Commissione europea Viviane Reding (presenza da confermare), di Alfredo Ferrante del ministero del Lavoro e Donato Scioscioli del ministero degli Esteri, di Donata Vivanti per l'Edf e di Tommaso Daniele per il Fid.

La giornata di sabato

Il pomeriggio del venerdì è riservato ai gruppi di lavoro, i cui lavori saranno riportati in assemblea plenaria il sabato mattina dai rapporteur dei singoli gruppi, con il coordinamento di Raffaele Tangorra, direttore generale per l'inclusione e le politiche sociali del ministero del Welfare. Alla tavola rotonda successiva, oltre ai rappresentanti del governo sopra nominati, parteciperanno il viceministro Cecilia Guerra, i rappresentanti sindacali Nina Daita (Cgil), Pietro Cerrito (Cisl), Sergio Ricci (Uil), Giovanni Scacciavillani (Ugl). Con loro anche Giovanni Pagano (Fand) e Pietro Barbieri (Fish*). Le conclusioni finali sono riservate al ministro Enrico Giovannini.

I gruppi di lavoro

Facendo un piccolo passo indietro, nel programma definitivo sono indicati nel dettaglio i protagonisti che animeranno l'attività dei gruppi di lavoro del venerdì pomeriggio. Ecco i nomi.

Il gruppo 1 (dedicato alla revisione del sistema di accesso, riconoscimento/certificazione della condizione di disabilità e modello di intervento del sistema socio-sanitario) sarà presieduto da Alessandra De Palma (Coordinamento Interregionale Salute) e introdotto da Domenico Sabia (Anmic); il rapporteur sarà Carlo Francescutti dell'Osservatorio nazionale.

Il gruppo 2 (Lavoro e occupazione) è presieduto da Romolo De Camillis del Ministero del Lavoro: introduce Franco Deriu (Isfol), rapporteur sarà Franco Bettoni (Anmil).

Il gruppo 3 (Politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e l'inclusione nella società) sarà presieduto da Anna Banchero (Coordinamento Interregionale politiche sociali), con introduzione di Germano Tosi (Enil Italia, European Network on Independent Living). Il rapporteur è Roberto Speziale (Anffas).

Il gruppo 4 (Promozione e attuazione dei principi di accessibilità e mobilità) è presieduto da Corrado Lo Sc hiavo (ministero delle Infrastrutture e Trasporti): introduce Fabrizio Mezzalana (architetto ed esperto Fish), mentre il rapporteur sarà Isabella Menichini del comune di Parma.

Il gruppo 5 (Processi formativi ed inclusione scolastica) è presieduto da Raffaele Ciambrone (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca). Introduce Pier Alessandro Samueli (Ens), con Salvatore Nocera, vicepresidente Fish, nel ruolo di rapporteur.

Il gruppo 6 (Salute, diritto alla vita, abilitazione e riabilitazione) sarà presieduto da Giuseppe Ruocco del Ministero della Salute, introdotto da Matilde Leonardi dell'Osservatorio nazionale, mentre a riferire in plenaria sui risultati dei lavori sarà il presidente Fish Pietro Barbieri.

Obiettivo accessibilità: analisi e proposte nel Piano dell'Osservatorio

"Un ‘pre-requisito' per consentire alle persone con disabilità di godere pienamente di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali": è la definizione di accessibilità contenuta nel Programma di azione dell'Osservatorio nazionale, sulla traccia della Convenzione Onu: un concetto ampio di disabilità, dunque, che non riguarda solo gli ambienti fisici, ma anche i servizi, le comunicazioni, le opportunità.

"Corollario del principio dell'accessibilità" è la progettazione universale, o "universal design", da cui deriva il concetto di "utenza allargata": un vero e proprio "modo di pensare", quindi, che in Italia si sta lentamente sviluppando, ma registra ancora notevoli carenze. Nell'analisi della situazione, l'Osservatorio procede distinguendo i tre principali ambiti dell'accessibilità: alle strutture interne ed esterne; ai trasporti (mobilità) e alle comunicazioni.

Accessibilità alle strutture

La normativa italiana in questo ambito (D.M. 236/1989) è inadeguata: "vetusta" addirittura, secondo l'Osservatorio, almeno per alcuni aspetti, quali "i minimi dimensionali riportati nella normativa", che "fanno riferimento ad un concetto di requisiti minimi necessari ad una persona con disabilità di oltre 40 anni fa". Inefficace, poi, il sistema di controllo e sanzionatorio previsto dalla normativa, ma "svuotato dall'introduzione dal ‘silenzio-assenso' nelle più generali procedure edilizie".

In sintesi, "la normativa italiana non è fondata sull'idea che occorre realizzare un ambiente accessibile a tutti, progettato per tutti, ma prescrive modalità minime per rendere parte di edifici accessibili".

Mobilità

Normativa inadeguata e diritto alla mobilità non sufficientemente garantito: è critico il giudizio dell'Osservatorio in questo ambito. A livello europeo, i Regolamenti emanati a partire dal 2006 "delineano un regime normativo fondato sulla cultura dei diritti umani, della non discriminazione e di accesso ai trasporti su base di uguaglianza". Peccato che, a livello nazionale, si registrino "lentezze ed incertezze nell'attuazione delle norme regolamentari".

Comunicazioni

Anche l'accessibilità agli strumenti informatici, specialmente nell'ambito delle pubbliche amministrazioni, è normata da leggi recenti e all'avanguardia: nella pratica, però, si registra "un processo di adeguamento di siti e applicazioni che, pur procedendo nella direzione giusta, è stato estremamente lento", soprattutto a causa dell'inadeguatezza dei "deterrenti" e dell'insufficienza dei controlli, a fronte del "disinteresse delle amministrazioni nell'attuazione della legge".

In tale contesto, le nuove tecnologie, possibile strumento di inclusione, producono in alcuni casi "nuove ed inaspettate forme di esclusione sociale come, ad esempio, nel caso delle persone cieche ed ipovedenti". Ausili. Per quanto riguarda l'accesso agli ausili, la normativa "non soddisfa ancora pienamente le esigenze di vita indipendente delle persone con disabilità".

Diverse le ragioni indicate dall'Osservatorio: primo, l'obbligo di prescrizione medica limita la libertà di scelta, obbedendo per lo più a "criteri burocratici"; in secondo luogo, gli ausili più recenti e "più sofisticati" hanno costi elevati e non sono inseriti nel Nomenclatore tariffario, il cui ultimo aggiornamento risale al 1999. Infine, gli stessi elenchi e listini contenuti nel nomenclatore sono elaborati in seguito ad accordi tra le aziende costruttrici e gli enti locali, togliendo ogni possibilità di controllo alle persone con disabilità.

Obiettivo

A lungo termine, si chiede l'aggiornamento e l'adeguamento delle norme nazionali che riguardano accessibilità e mobilità; a breve termine, "l'adozione dei regolamenti attuativi secondo quanto già elaborato a livello tecnico". Per quanto riguarda gli ausili, si ribadisse la richiesta di approvazione del nuovo Nomenclatore tariffario.

Azioni

Elaborare, tramite un'apposita Commissione, le "linee guida per la progettazione universale"; rifinanziare, con risorse adeguate, i "fondi statali per l'abbattimento delle barriere architettoniche apportato da privati nelle proprie abitazioni e negli spazi condominiali"; promuovere programmi formativi sulla progettazione universale, rivolti alle diverse tipologie di soggetti interessati; attuare il nuovo Regolamento europeo in materia di trasporto urbano ed extraurbano, nominando l'Organismo responsabile dell'applicazione; sostenere "l'impegno degli Enti Locali nel dare piena attuazione alle previsioni contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica (n. 151 del 30 luglio 2012) concernente l'adozione del Contrassegno unificato europeo per persone con disabilità"; riattivare "a tutti i livelli istituzionali una forte attenzione al tema dell'inclusione digitale": sono queste le principali linee di intervento suggerite dall'Osservatorio per realizzare ambienti e contesti accessibili a tutti.

Disabilità a scuola: l'inclusione secondo il piano dell'Osservatorio nazionale

Sostenere i percorsi di inclusione scolastica degli alunni con Bisogni educativi speciali e la formazione continua: sono questi i principali obiettivi indicati dall'Osservatorio nazionale nel Programma d'azione sulla disabilità, precisamente nella quinta linea d'intervento, dedicata a "Processi formativi ed inclusione scolastica". A fronte di una legislazione avanzata in materia di integrazione scolastica, infatti, si registra tuttavia ancora, in Italia, un elevato tasso di abbandono scolastico da parte degli alunni con disabilità, che l'Osservatorio si propone di contrastare. Le azioni proposte riguardano due grandi ambiti: il percorso formativo scolastico e l'istruzione per gli adulti.

Istruzione scolastica

Introdurre nella legislazione corrente il concetto di "accomodamento ragionevole", già previsto nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità; ottimizzare i percorsi di formazione obbligatoria iniziale e in servizio prevista per gli insegnanti, sia curricolari che di sostegno, "sulle strategie educative appropriate a favorire l'apprendimento per gli alunni con disabilità e necessità educative speciali"; garantire la continuità didattica, cioè la permanenza dello stesso docente di sostegno accanto all'alunno per tutto il ciclo scolastico: sono alcune delle azioni suggerite dall'Osservatorio al governo. Si chiede poi di rendere accessibili gli istituti scolastici attraverso il progressivo abbattimento delle barriere architettoniche.

Istruzione per gli adulti

L'accesso ai percorsi di "educazione integrata permanente" e professionali da parte di adulti con disabilità sono attualmente soggetti alla "discrezionalità regionale", mancando sia standard nazionali sia meccanismi di monitoraggio. Occorre quindi "garantire un sostegno quantitativamente e qualitativamente adeguato alle necessità educative individuali degli adulti con disabilità nei Ctp (Centri territoriali permanenti), nei corsi serali nei centri di formazione professionale, nei tirocini lavorativi e nei servizi socio-sanitari" definendo a livello nazionale gli standard relativi a tali percorsi. L'accesso alla formazione permanente dovrebbe essere inserito, secondo l'Osservatorio, tra i livelli essenziali di assistenza.

Altre questioni "calde"

Il programma non contiene alcun riferimento diretto ai "numeri dell'inclusione scolastica": quanti siano cioè gli alunni con disabilità, quanti i docenti di sostegno e, in particolare, quale sia il rapporto numerico tra gli uni e gli altri. Così come non si fa alcun accenno alla questione del numero delle ore di sostegno assegnate, ridotte negli ultimi anni a causa dei tagli economici, né al problema delle certificazioni e del loro aggiornamento, che sta destando preoccupazione tra gli insegnanti e le famiglie. Tutte questioni che l'Osservatorio non ha mancato di sollevare in diverse occasioni e che molto probabilmente saranno discusse nel gruppo di lavoro dedicato, durante la Conferenza nazionale di Bologna.

*Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap cui Anffas Onlus aderisce

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11 luglio 2013