Fonte www.nonprofitonline.it - Nel corso del convegno "Il non profit in Italia. Quali sfide e quali opportunità per il Paese", che si è svolto il 16 aprile a Roma, sono stati diffusi nuovi dati del Censimento Istat delle istituzioni non profit. Le informazioni presentate riguardano le risorse umane impiegate (lavoratori retribuiti e volontari), i servizi erogati, gli strumenti di comunicazione utilizzati, le risorse economiche (entrate e uscite, fonti di finanziamento, modalità di raccolta fondi).

Non Profit sempre più forte sul territorio italiano per numero di istituzioni e per occupati: il 9° Censimento Generale dell'Industria, dei Servizi e delle Istituzioni Non Profit ha rilevato - al 31 dicembre 2011 - 301.191 unità, il 28% in più rispetto al 2001, con una crescita del personale impiegato pari a 39,4%. I dati sono disponibili in I.stat, il datawarehouse dell'Istat, al tema "Censimento industria, istituzioni pubbliche e non profit 2011". Al datawarehouse si accede sia dall'home page di www.istat.it sia dal sito dedicato http://censimentoindustriaeservizi.istat.it/.

Il presidente dell'Istat, Antonio Golini, ha dichiarato: " I dati del censimento evidenziano la dinamicità del non profit italiano e la sua capacità di creare occupazione e crescita economica. Dalla rilevazione emerge come questo sia un settore di grande valenza sociale per le sue caratteristiche di ascolto dei cittadini e delle imprese, per soddisfare i loro bisogni sociali, ricreativi, sportivi, sanitari e altro ancora. Non va poi sottovalutato il numero rilevante di persone che sostengono attivamente le organizzazioni non profit attraverso il prezioso contributo come volontari".

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, si è così espresso ''Occorre costruire attorno all'economia sociale e solidale il futuro del Paese, puntando su imprese cooperative, imprese sociali, cooperative di comunità, e ogni altra forma di economia sociale e associativa che metta al centro la persona e non la finanza, i bisogni dei soci e della comunità e non la remunerazione del capitale.

E' essenziale attivare un percorso di radicale cambiamento che dovrebbe partire dalla partecipazione responsabile, dall'impegno comune, dal superamento delle divisioni e dei particolarismi, cercando di massimizzare il coinvolgimento, il protagonismo attivo e la responsabilità di ogni cittadino. All'economia solidale il compito di promuoverli e organizzarli: perché noi vogliamo che nessun cittadino resti a casa senza avere nulla da fare, per questo ad ogni italiano deve essere data una ragione per saltar giù dal letto e mettersi in moto ogni mattina".

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18 aprile 2014