Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della Fish del 28 maggio 2009

I controlli sulle invalidità

L'articolo 80 della Legge 133/2008 ha previsto 200 mila controlli per individuare, negli intenti del Legislatore, eventuali falsi invalidi. Non è una grande novità, visto che dal 1997, ciclicamente vengono lanciate campagne "moralizzatrici" a colpi di decine di migliaia di verifiche ogni volta.
La FISH ha sempre sottolineato che il fenomeno delle false invalidità colpisce innanzitutto le politiche a favore di chi disabile lo è davvero. La concessione di invalidità false è stata alimentata per anni come strumento per la conservazione della clientela politica, o come risposta - inappropriata e mafiosa - alla miseria. Ricordiamo che una pensione di invalidità corrisponde a circa 250 euro al mese.
La nuova ondata di controlli è iniziata da un paio di mesi ed è affidata all'INPS, che già di prassi verifica tutti i verbali di invalidità e di handicap emessi dalle Aziende Usl. Il presidente dell'INPS Mastrapasqua si è lasciato andare già alle prime dichiarazioni annunciando i primi dati prontamente ripresi dalla stampa. L'Inps ha già revocato il 13% delle pensioni d'invalidità e delle indennità di accompagnamento, con punte di quasi il 22% in Sardegna e Sicilia, del 19% in Calabria e del 15,5% in Campania e Puglia. Le prestazioni sono state annullate per il venir meno o per l'insussistenza dell'invalidità.
Come sempre, diffidiamo dei dati provvisori. La maggioranza delle persone ricorrerà in giudizio contro la revoca facendosi assistere da un patronato sindacale. Gli esiti di quei giudizi quali saranno? Le esperienze sin qui raccolte ci insegnano che i ricorrenti vincono le cause nella maggioranza dei casi. Non a caso lo stesso Mastrapasqua precisa: "Oggi ci sono più di 400 mila cause pendenti tra cittadini che rivendicano la pensione d'invalidità e l'amministrazione. E nella maggioranza dei casi noi perdiamo per semplice inefficienza. Per esempio, perché i fascicoli presso le Asl sono ancora cartacei e spesso non si trovano più o perché l'ente in questione non si presenta durante la causa".
Affermazioni inquietanti. I fascicoli sanitari non si trovano più? Ma la normativa della privacy (che prevede pene per i trasgressori) non vale anche per Aziende Usl?
Per quanto riguarda il contenzioso l'INPS è comunque legittimato a stare di giudizio oramai alcuni anni, che ci sia o meno l'Azienda Usl. Un contenzioso che sempre più intasa i tribunali, da quando, per legge, si è stabilito in modo miope e autolesionista di abbandonare ogni forma di ricorso amministrativo che ora si invoca da più parti. Oggi è possibile solo il ricorso giudiziario con dei costi mai precisati né dall'INPS né dai Ministeri competenti.
L'intero comparto va sicuramente razionalizzato – con il coinvolgimento delle parti sociali - a partire dai criteri di accertamento della disabilità, passando per le necessarie semplificazioni che comportano meno disagi, meno costi e più celerità, nell'interesse di chi, essendo disabile grave, non trova certo risposta ai suoi bisogni e ai suoi diritti nei 250 euro di pensione o nelle 450 di indennità di accompagnamento. Su questi aspetti da anni la FISH avanza proposte concrete e sostenibili attorno alle quali - forse e finalmente - sta maturando un consenso costruttivo.

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Anffas coglie l'occasione per segnalare, a tal proposito, un interessante articolo pubblicato da Superando: "Un grave problema di giustizia che esige una risposta", di Matilde Leonardi.
"Il problema dei falsi invalidi crea infatti nella società una visione distorta della situazione poiché spesso le denunce danneggiano anche i tanti veri invalidi di cui si parla poco se non per niente" dichiara Matilde Leonardi della Direzione Scientifica della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Besta di Milano. Leonardi rilancia i risultati di una ricerca triennale finanziata dal Ministero della Salute realizzata assieme ai rappresentanti di sessantadue associazioni di persone con disabilità appartenenti alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e alla FIAN (Federazione Italiana Associazioni Neurologiche). Il "Libro Bianco sull'invalidità civile", infatti, oltre a raccogliere una serie di dati estremamente interessanti essendo sviluppati sul modello ICF, dimostra che già esistono strumenti validi per dare voce ai problemi della vera invalidità civile. Voce che, però, deve necessariamente trovare spazio sulla carta stampata, auspicando che a ciò sia associato un radicale cambiamento culturale nei confronti della disabilità e che trovi risposte concrete a questi gravissimi problemi di ingiustizia di cui purtroppo continuiamo ad essere testimoni (leggi la lettera indirizzata al Ministro Brunetta inviata da un nostro socio di Olbia).