Superabile.it - La campanella è suonata, ma non tutti sono riusciti a salire in classe. Colpa di servizi non ancora partiti, sebbene siano fondamentali per gli studenti con disabilità e le loro famiglie. La denuncia arriva dalla Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disaiblità, che così fotografa la situazione in Lombardia. Una situazione che però accomuna, in misura diversa, tutte le regioni. "I maggiori disagi si registrano sul territorio della Città Metropolitana di Milano - riferisce il presentie Alberto Fontana -, che lo scorso 12 settembre ha inviato ai genitori degli alunni con disabilità una lettera in cui si scusa 'per il disagio arrecato e per i possibili ritardi nell'avvio degli interventi' e annuncia che 'per attivare nei tempi più brevi possibili gli interventi a favore dei figli intende chiedere la collaborazione agli Uffici di Piano del Territorio metropolitano e agli istituti scolastici'. Inoltre, Città Metropolitana deve ancora corrispondere il saldo di quanto anticipato direttamente da molte famiglie lo scorso anno per gli interventi assistenziali".

Intanto però, molti alunni e studenti con disabilità ancora non hanno potuto tornare a sedersi tra i banchi assieme ai loro compagni di scuola."Purtroppo non è una sorpresa - commenta ancora Fontana - Già nei giorni precedenti l'inizio dell'anno scolastico avevamo denunciato come in Lombardia la situazione fosse disomogenea". Tanto che, nel corso di questa prima settimana di scuola, diversi genitori, preoccupati per la mancata attivazione dei servizi, si sono rivolti al Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi di Ledha. Mamme e papà che ancora non sanno quando potranno mandare a scuola i propri figli, non sanno quante ore di assistenza saranno garantite. Non sanno se verrà attivato il servizio di trasporto, non sanno se avranno gli ausili tiflo-didattici.

"In questi giorni abbiamo parlato con tanti genitori, molti di loro sono demoralizzati. Stanchi di trovarsi ogni volta a lottare con le istituzioni per ottenere quello che è un diritto dei loro figli: il diritto all'istruzione - aggiunge Alberto Fontana. Le famiglie sono disorientate e frustrate dalla mancanza di informazioni e di collaborazione da parte degli enti territoriali. Alcune, pur di garantire ai propri figli il diritto ad andare a scuola, sono disposte a pagare i tasca propria i costi per l'assistente alla comunicazione o l'assistenza ad personam. Altre li terranno a casa in attesa di avere informazioni più precise, altre ancora ricorreranno alle aule dei tribunali".

Analoghe difficoltà sono state segnalate da territorio di Como, dove la Provincia ha comunicato alle scuole di non avere alcuna possibilità di impegnare somme non previste nel bilancio per l'assistenza degli alunni delle scuole superiori."Anche la regione Lombardia ha gravi responsabilità di questa situazione - aggiunge Donatella Morra, referente del gruppo Ledha Scuola -. A oggi, per l'anno scolastico appena iniziato non ha stanziato nemmeno un euro per finanziare servizi che attengono a un diritto esigibile e tutelato dalle leggi nazionali e regionali. Né si è attivata per promuovere l'annunciato dialogo tra le istituzioni con l'obiettivo di individuare insieme soluzioni concertate e risposte adeguate. Un intervento che invece sarebbe indispensabile e doveroso sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista gestionale. Il Difensore civico regionale, a seguito delle diffide inviate dalle famiglie, aveva sollecitato tutte le Istituzioni a intervenire. Compresa Regione Lombardia. Tuttavia, in una nota di riscontro, la Regione si è chiamata fuori - aggiunge Donatella Morra - impegnandosi nell'anno scolastico 2016/2017 solo a distribuire la quota del finanziamento statale che arriverà in Lombardia e che basterà a coprire le spese solo di una parte dell'anno".

 

23 settembre 2016