Fonte www.disablog.it - Droni che attraversano i corridoi dei supermercati come guida allo shopping; cuffie che possono sintonizzare suoni specifici; uno strumento per ordinare latte alla vaniglia, ghiacciato, senza zucchero solo con lo sguardo e la giusta intenzione.

Queste sono innovazioni che le persone con disabilità sognano costantemente e si chiedono perché la tecnologia all’avanguardia non riesca a realizzarli. Droni, cuffie attive che cancellano il rumore e dispositivi di elettroencefalografia che filtrano quello bianco: sono tutti già realtà. Quindi perché queste tecnologie emergenti impiegano così tanto tempo a beneficio delle persone con disabilità?

La società ha sempre considerato la disabilità come una condizione medica, in cui i dispositivi di assistenza per la vita quotidiana erano visti esclusivamente come prodotti medici. Per questo motivo, c’è sempre stata una barriera per la progettazione a favore della disabilità, cosi come la paura da parte degli innovatori che i fallimenti potessero costare una vita. Nessuno vuole quel tipo di rischio e responsabilità senza una ritorno efficiente e sufficiente.

Ecco perché la tecnologia all’avanguardia non riesce a raggiunge velocemente il mondo della disabilità. Non ci sono presupposti adeguati per investire in quello che viene considerato un mercato rischioso e di nicchia. Mentre per le controparti senza disabilità la tecnologia avanza sempre per migliorare l’efficienza dei prodotti, le persone con disabilità aspettano con pazienza che la stessa maturi abbastanza da essere ritenuta sicura per l’utilizzo.

Singapore è un grande esempio. Costantemente classificata tra le migliori spender sull’innovazione nel mondo, è il manifesto della quarta rivoluzione industriale. Oltre, sta cercando di sviluppare una nazione intelligente e coltivare una società inclusiva.

In uno stato ideale, tutti vorrebbero vedere più coscienza sociale covata nelle caratteristiche della tecnologia e più tecnologia che potenzia le cause sociali. Tuttavia, a Singapore, solo una piccola manciata di iniziative coinvolge la collaborazione delle organizzazioni dei servizi sociali e solo una piccola parte della spesa governativa per il benessere sociale è associata alla tecnologia.

Un modo per farlo è avere una maggiore rappresentanza di persone con disabilità per la creazione di tecnologia. Un esempio brillante è Satya Nadella, la cui introduzione in qualità di amministratore delegato nella Microsoft ha coinciso con la creazione di una Divisione Inclusive Design interna, rendendo l’Xbox giocabile con una mano, introducendo sottotitoli in tempo reale su Powerpoint, rendendo OneNote accessibile a chi soffre di dislessia e lo sviluppo di un paesaggio sonoro 3D adatto alla navigazione per i ciechi.

Oltre alla rappresentazione, un altro modo di ridisegnare la percezione della società nei confronti della disabilità è quello di sfidare a riconoscere il valore delle persone con disabilità, senza più considerarle solo come beneficiari della tecnologia.