Fonte www.corriere.it - Si fa presto a parlare di psicomotricità, di terapie, di attività educative e sportive per l’inclusione sociale. Le esigenze dei bambini con disturbo dello spettro autistico sono tante, ma le risorse che alimentano i servizi pubblici «coprono il 50% del fabbisogno. Questa è la stima dell’Ats di Brescia, la nostra – dice Paolo Zampiceniè anche peggiore». Il presidente di «Autismando» chiede di tenere alta l’attenzione sul tema: l’associazione dei genitori è un punto di riferimento per tante famiglie che cercano un dialogo intorno a una sindrome che per tantissimi anni ha confinato questi ragazzi ai margini della società. E se di recente qualcosa è cambiato – grazie anche al fondo «AutismInsieme», che ha messo in campo progetti concreti grazie alla collaborazione di Congrega della Carità, Fobap, Anffas e Fondazione Dominique Franchi — è pur vero che il tema delle risorse rimane centrale. Ad oggi, i servizi sono «messi a sistema a isorisorse, significa che non sono previsti ulteriori investimenti. La sindrome dello spettro autistico – spiega Zampiceni – capita in tutte le famiglie: sia a chi ha disponibilità economica e chi no».

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