pupazzo appoggiato ad una calcolatrice enormeAllarme tra le Associazioni per i 17 miliardi che saranno tagliati all'assistenza alle persone con disabilità nei prossimi tre anni

Tratto da: www.superabile.it - Lavoro, sanità, pensioni, disabilità: il decreto legge, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 4 luglio e recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, è volto al rientro dal deficit di bilancio dello Stato entro il 2014. Mercoledì, il voto: emendamenti entro domani. Preoccupazione tra le associazioni a difesa dei diritti della disabilità.

ROMA - Tagli e riduzioni nei trasferimenti agli enti locali, blocco del turn over e delle assunzioni anche per chi non rispetta la legge sull'inserimento lavorativo delle persone con disabilità (Legge 68/99), ticket a partire dal 2012 per le prestazioni specialistiche ambulatoriali (10 euro) e per gli accessi al Pronto soccorso (25 euro), donne in pensione a 61 già dal 2012 per poi arrivare a 65, insegnanti di sostegno in numero medio di uno ogni due studenti e "tetto" a partire dal 2013 per protesi e ausili, riformata la procedura di ricorso nei confronti dell'Inps per le pensioni di invalidità e introdotta la possibilità per le Regioni di delegare all'Istituto tutte le procedure inerenti la disabilità: sono solo alcune delle novità introdotte dal Decreto Legge approvato dal Consiglio dei ministri il 4 luglio scorso e recante "Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria".

La manovra, al voto a partire da mercoledì prossimo ed emendabile entro domani, ha come scopo il contenimento della spesa e l'aumento delle entrate: il tutto, finalizzato al rientro dal deficit del Bilancio dello Stato entro il 2014. Già confermati i tagli ai trasferimenti agli Enti locali: si conferma in sostanza il Decreto legge n. 78 del luglio 2010 (Decreto Tremonti), successivamente convertito nella legge n. 122/2010, che prevedeva tagli nei trasferimenti ai Comuni per 1.500 milioni di euro a partire dal 2011 e per 2.500 milioni a partire dal 2012. Tutto questo ha già comportato la proroga - è la prima volta del governo - del termine ultimo per l'approvazione dei bilanci di previsione dei Comuni al prossimo 30 agosto: consistenti e generalizzate le ripercussioni sui territori. In campo sanitario e in ambito di disabilità poi, al di là della generale ricaduta territoriale dei tagli agli enti locali sui servizi alla persona in campo di assistenza e beneficenza, ci sono delle novità che riguardano il diritto al lavoro e l'assistenza protesica, la scuola e le procedure di rinnovo o ottenimento della disabilità.

Preoccupati in questo senso non solo i sindacati, ma anche le associazioni a difesa dei diritti della disabilità che già nei giorni scorsi avevano lanciato l'allarme sulla delega al governo in materia di riforma assistenziale che, nelle intenzioni, dovrebbe ottenere circa 17 miliardi di risparmi nei prossimi tre anni. "Rimane - ha dichiarato Pietro Barbieri, presidente della Fish (Federazione italiana superamento dell'handicap) - l'incognita dei numeri: tagliare nel comparto assistenziale significa ridurre la spesa a cifre vicino allo zero, eliminando pensioni, indennità, ma anche moltissime prestazioni sociali che non riguardano solo le persone con disabilità ma milioni di individui". "L'Istat - ha chiosato - ha documentato che in Italia circa un quarto della popolazione (24,7%) sperimenta il rischio di povertà o esclusione. E che il nostro Paese spende poco più dell'1% del proprio Pil in assistenza".

Più grave e puntiglioso il giudizio espresso dall'Ufficio politiche per la disabilità della Cgil. In una nota, il sindacato fa il punto su particolari articoli, ovvero su quelli relativi al blocco delle assunzioni e alle sue deroghe, agli insegnanti di sostegno, alla nuova procedura di ricorso all'Inps, all'organizzazione dell'Istituto stesso. Nello specifico, laddove si parla di "Contenimento delle spese in materia di impiego pubblico" (art.16), si ribadisce che il blocco del turn over e delle assunzioni è escluso solo ed esclusivamente per "Corpi di polizia, Corpo nazionale dei vigili del fuoco, agenzie fiscali, enti pubblici non economici e enti del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165". Nella lista non sono menzionati i casi di esclusione dovuti alle assunzioni obbligatorie delle persone con disabilità ai sensi della Legge 68/99. E ancora sull'art. 29. "Questo articolo - spiega la Cgil - tenta di svuotare la legge 68/99 nella sua piena articolazione, delegando alle agenzie di intermediazione il collocamento delle lavoratrici e dei lavoratori con disabilità: già gli articoli 12 e 12bis prevedono il coinvolgimento delle aziende e cooperative nell'inserimento mirato". Grave poi il giudizio sull'art.17 e sul tetto alle prestazioni protesiche, stabilito Regione per Regione dal Governo e attivo a partire dal 2013: ", le famiglie saranno aggravate di un ulteriore onere economico, poiché dovranno, se le Regioni non avranno risorse, contribuire alle spese di carrozzine, tutori ortopedici, ausili particolari". Lapidario infine il giudizio sul blocco delle assunzioni degli insegnanti di sostegno e del personale Ata (art.19) "nonostante il prevedibile aumento - si legge nella nota Cgil - di alunni con disabilità" e sulla riforma del codice Civile in materia di ricorso all'Inps (art.38). In questo ultimo caso, infatti, la manovra introduce l'accertamento tecnico preventivo obbligatorio. "Pertanto, il cittadino che intende opporsi ad una decisione - scrive la Cgil - non presenta più un ricorso introduttivo per il giudizio, ma presenta al tribunale una istanza di accertamento tecnico per la verifica preventiva delle patologie legittimanti la richiesta. In caso di contenzioso, e di ricorso al Giudice, la successiva sentenza è inappellabile". L'inps peraltro, in un quadro più generale, vede aumentare le proprie competenze in ambito di riconoscimento di invalidità finalizzato al lavoro, alla riabilitazione e all'integrazione scolastica.

12 luglio 2011