Tratto da: www.affaritaliani.libero.it - Sono 8,2 milioni gli italiani in condizioni di poverta', una cifra pari al 13,8% dell'intera popolazione. E' quanto si legge nel rapporto Istat sulla poverta' nel 2010. Tra questi sono 3,1 milioni le persone che risultano in condizioni di poverta' assoluta, vale a dire il 5,2% dell'intera popolazione.

Il dato sulla poverta' relativa in Italia e' rimasto sostanzialmente stabile (lo scorso anno era il 13,1% della popolazione). Segnali di peggioramento si osservano, tuttavia, tra le famiglie di cinque o piu' componenti (dal 24,9% al 29,9%), in particolare nel Centro (dal 16,1% al 26,1%), tra quelle con membri aggregati (dal 18,2% al 23%) e di monogenitori (dall'11,8% al 14,1%); nel Mezzogiorno peggiora la condizione delle famiglie con tre o piu' figli minori (dal 36,7% al 47,3%).

La poverta' aumenta tra le famiglie con persona di riferimento lavoratore autonomo (dal 6,2% al 7,8%) o con un titolo di studio medio-alto (dal 4,8% al 5,6%), a seguito del peggioramento osservato nel Mezzogiorno (dal 14,3% al 19,2% e dal 10,7% al 13,9% rispettivamente), dove l'aumento e' particolarmente marcato se si tratta di un lavoratore in proprio (dal 18,8% al 23,6%).

Peggiora anche la condizione delle famiglie di ritirati dal lavoro in cui almeno un componente non ha mai lavorato e non cerca lavoro: essenzialmente, si tratta di coppie di anziani con un solo reddito da pensione (dal 13,7% al 17,1%). In Italia, nel 2010, sono 2 milioni 734 mila le famiglie in condizione di poverta' relativa (l'11% delle famiglie residenti); si tratta di 8 milioni 272 mila individui poveri, il 13,8% dell'intera popolazione. La stima dell'incidenza della poverta' relativa (cioe' la percentuale di famiglie e persone povere) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di poverta') che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di poverta' relativa per una famiglia di due componenti, ricorda il rapporto Istat, e' pari alla spesa media mensile per persona nel Paese, che nel 2010 e' risultata di 992,46 euro (+1% rispetto al valore della soglia nel 2009). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come povere.

BASILICATA, CALABRIA E SICILIA LE REGIONI CON PIU' POVERI - La poverta' continua a essere maggiormente diffusa nel Mezzogiorno, tra le famiglie piu' ampie, in particolare con tre o piu' figli, soprattutto se minorenni. E la maggiore incidenza di famiglie povere si registra in tre regioni del sud: Basilicata, Calabria e Sicilia. E' quanto si legge nel rapporto Istat sulla poverta' nel 2010. Il rapporto conferma la forte associazione tra poverta', bassi livelli di istruzione, bassi profili professionali (working poor) ed esclusione dal mercato del lavoro: se la persona di riferimento ha al massimo la licenza elementare l'incidenza di poverta' e' pari al 17,2% (contro il 5,6% osservato tra i diplomati e oltre) e sale al 26,7% se e' alla ricerca di occupazione. Tra le famiglie in cui sono presenti persone in cerca di occupazione, l'incidenza sale al 28% se in famiglia ci sono occupati ma non ritirati dal lavoro (quindi almeno un reddito da lavoro e nessun reddito da pensione) e al 30,4% se ci sono ritirati ma non occupati (quindi almeno un reddito da pensione e nessun reddito da lavoro). Livelli di incidenza superiori al 40% si osservano, infine, tra le famiglie senza occupati ne' ritirati dal lavoro, famiglie, cioe', senza alcun reddito proveniente da attivita' lavorative presenti o pregresse. Nel 2010 l'intensita' della poverta' (che indica, in termini percentuali, quanto la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere si colloca al di sotto della linea di poverta') e' risultata pari al 20,7% e corrisponde a una spesa media equivalente delle famiglie povere pari a 787,33 euro mensili. Nel Mezzogiorno, alla piu' ampia diffusione della poverta' continua ad associarsi una maggiore gravita' del fenomeno: l'intensita' e' pari al 21,5% e la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere e' uguale a 779,06 euro mensili. Nel Nord e nel Centro i valori sono piu' alti - 809,85 e 793,06 euro rispettivamente - nonostante l'aumento dell'intensita' osservato tra il 2009 e il 2010 (dal 17,5% al 18,4% nel Nord e dal 17,4% al 20,1% nel Centro). Osservando il fenomeno con un maggior dettaglio territoriale, la Lombardia e l'Emilia Romagna sono le regioni con i valori piu' bassi dell'incidenza di poverta', pari al 4,0% e al 4,5% rispettivamente. Si collocano su valori dell'incidenza di poverta' inferiori al 6% l'Umbria, il Piemonte, il Veneto, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia e la provincia di Trento. Ad eccezione di Abruzzo e Molise, dove il valore dell'incidenza di poverta' non e' statisticamente diverso dalla media nazionale, in tutte le altre regioni del Mezzogiorno la poverta' e' piu' diffusa rispetto al resto del Paese. Le situazioni piu' gravi si osservano tra le famiglie residenti in Calabria (26,0%), Sicilia (27,0%) e Basilicata (28,3%).

19 luglio 2011

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