martelloIl dirigente del circolo didattico ritenuto negligente per non avergli assicurato la somministrazione

Fonte www.pressin.comune.venezia.it e La Nuova Sardegna del 27.10.2011 - Scuola condannata dal Tar a risarcire un bimbo autistico ed epilettico e i suoi genitori: lo scorso anno scolastico il bimbo era rimasto a casa perchè nessuno nell'asilo che avrebbe dovuto frequentare poteva somministrargli i farmaci di cui ha bisogno in caso di una crisi convulsiva. La sentenza fa giustizia a una famiglia riconoscendo il danno esistenziale subito, anche se la quantificazione lascia l'amaro in bocca: appena 2500 euro. La condanna anche al pagamento delle spese di giudizio, per un totale di 3500 euro, è stata pronunciata nei confronti del ministero dell'Istruzione e del dirigente scolastico del circolo in cui il piccolo, cinque anni da compiere, è iscritto.

Secondo il collegio (presidente Alberto Ravalli, consigliere Alessandro Maggio e Giorgio Manca estensore) c'è stato un «comportamento negligente». Sia nei tempi, perchè «la situazione era conosciuta dall'amministrazione scolastica quantomeno dall'anno precedente», sia «nella mancata applicazione delle direttive ministeriali». Direttive che risalgono al lontano 2005 e che prevedono, nel caso non siano disponibili operatori scolastici per la cura degli studenti con disabilità, che i dirigenti stipulino accordi e convenzioni con l'Asl e i Comuni.

«È una sentenza importante perché riconosce innanzi tutto il danno esistenziale del bambino e dei genitori per la mancata assistenza scolastica - afferma l'avvocato Riccardo Caboni, del foro di Cagliari, che tutela gli interessi della famiglia -. Come danno riconosciuto nei confronti dei genitori è forse la prima, o almeno una delle prime del Tar Sardegna. Ed è fondamentale, poi, il riconoscimento che abbiamo ottenuto del diritto al risarcimento del danno per la mancata attivazione del servizio di somministrazione dei farmaci a scuola».

Non solo. Il legale ricorda che è un'altra vittoria importante nella battaglia giudiziaria che i genitori del bimbo stanno conducendo: «Segue infatti, quella di marzo contro il silenzio di ministero, Comune di Sassari e Asl per la mancata attivazione del servizio di somministrazione farmaci». Tutte le tre amministrazioni in quell'occasione erano state condannate al rimborso delle spese legali ed il ministero ad adempiere entro 15 giorni (scadenza non rispettata per cui è in corso un'ulteriore causa) individuando le figure professionali all'interno dell'istituto scolastico capaci di intervenire per le cure.

L'unico rammarico, da parte del legale, riguarda la quantificazione «troppo bassa» del risarcimento che nella richiesta era di 40mila euro. «Per l'assegnazione di un numero insufficiente di ore di sostegno il Tar Sardegna liquida oggi 3000 euro - afferma -: è inspiegabile che per il danno relativo alla mancata frequenza scolastica ne liquidi solo 2.500».

Non è però questo che importa alla madre del piccolo. «Il danno che ha subito mio figlio non ha prezzo, come non ha prezzo la sofferenza di noi genitori nel vederlo costretto a casa. Un'assenza forzata dall'asilo che ha avuto riflessi sulle sue condizioni fisiche: quando ha l'opportunità di stare insieme agli altri bambini della sua età ne trae giovamento». Ma c'è un'altra questione che le preme. «Viene individuata la dirigente scolastica come unica responsabile - dice -. Ma in tutta la vicenda c'è stato un continuo rimpallo di competenze tra Comune e Asl che pure avevano degli obblighi: solo il 24 giugno scorso è stato firmato il protocollo a livello provinciale che prevede in questi casi la collaborazione tra enti. Ora mio figlio è ritornato all'asilo: solo due ore al giorno però, perchè non è possibile offrigli ulteriore assistenza. È giusto, questo?»

28 ottobre 2011