Fonte www.comune.torino.it - Disabile, persona con disabilità, diversamente abile, portatore di handicap… sono espressioni legate alla disabilità che abbiamo sicuramente avuto modo di sentire nel corso della nostra esistenza. L’evoluzione culturale e lessicale, con il passare dei decenni, ha fatto sì che (fortunatamente) alcuni di questi termini cadessero in disuso, mentre ne sono preferiti altri ritenuti più adeguati: quali sono, dunque, i termini più corretti per definire la disabilità? Se ne è parlato al Salone Internazionale del Libro di Torino durante l’incontro “Una persona è una persona: come parlare di disabilità”, organizzato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con SmemoLab/DentroTutti.

I protagonisti dell’incontro

L’evento, riservato ai ragazzi delle scuole, si è concretizzato attraverso un percorso interattivo alla scoperta della terminologia più adatta, con il supporto di esperti del settore come il giornalista Claudio Arrigoni, la linguista e content creator Veronica Repetti (@linguisticattiva sui social), il Vice-Presidente Nazionale di Anffas Emilio Rota e il comunicatore sociale presidente di DentroTutti Giuliano Bianucci. I ragazzi e le ragazze presenti, attraverso un’app, hanno potuto esplicitare i termini che secondo loro rappresentano al meglio la disabilità: al primo giro di risultati, le parole maggiormente gettonate sono state disabile, diverso, aiuto, inclusione, carrozzina, rispetto, difficoltà e bullismo.

Le parole sulla disabilità e l’abilismo

Successivamente, i relatori hanno divulgato la propria esperienza nel campo, fornendo al pubblico alcune suggestioni per aggiornare il proprio lessico attraverso strumenti come la Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità, che definisce la disabilità come il frutto dell’interazione della persona con l’ambiente che lo circonda e ribadisce la necessità di abbattere le barriere fisiche e mentali per consentire una piena partecipazione alla società. In conclusione, è stato introdotto anche il concetto di abilismo, definito come una consapevole o meno discriminazione delle persone con disabilità a causa di approcci culturali interiorizzati da un mondo pensato da e per persone abili. Al termine degli interventi degli esperti, la parola più utilizzata dai ragazzi per descrivere la disabilità attraverso l’app è stata “persona”.

Il videomessaggio della Ministra Locatelli

Durante l’evento è stato trasmesso anche un videomessaggio della Ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, la quale ha elogiato l’impegno di Intesa Sanpaolo sul tema, portato avanti anche grazie alla pubblicazione della guida “Le parole giuste, media e persone con disabilità”: “Il grande lavoro fatto – ha dichiarato – attraverso la divulgazione delle parole migliori per definire la disabilità, soprattutto in ambito scolastico, consente di migliorare l’approccio sul tema e ci permette di immaginare un mondo a misura di tutti e fondato sul rispetto e la dignità reciproca”.