Riportiamo di seguito la lettera, a firma del presidente nazionale, inviata nei giorni scorsi da Anffas Onlus a Papa Francesco

Caro Francesco,

ci rivolgiamo a Te in prima persona ed in modo diretto senza utilizzare formalismi e titoli, così ci hai insegnato che bisogna fare, senza voler con questo apparire irrispettosi ma al contrario marcando la vicinanza che avvertiamo nel nuovo corso della Chiesa nei confronti delle persone più fragili e marginalizzate.

Il prossimo 23 ottobre una folta delegazione di Anffas, rappresentativa a livello nazionale non solo della nostra realtà associativa ma dei milioni di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e loro genitori sarà presente in Piazza San Pietro per ascoltare le Tue parole. La persone con disabilità ed i loro familiari stanno attraversando tempi molto difficili e di grande angoscia, sia per quando riguarda le condizioni materiali di vita, ma soprattutto per l'involuzione culturale figlia della "globalizzazione dell'indifferenza" e dei modelli individualistici a cui gran parte dei sistemi sociali si sono ispirati. Il rispetto della vita, in qualsiasi forma essa si manifesta, e della dignità umana sono per noi principi inderogabili.

La qualità di una vita degna di essere vissuta è la nostra principale missione e per questo ci spendiamo volontariamente da 55 anni di vita associativa prendendoci cura e carico dei nostri congiunti con disabilità sia dentro che fuori la nostra compagine associativa. Il rispetto dei diritti civili ed umani della persona, ancor di più con disabilità, e la piena inclusione nel proprio contesto sociale e familiare, è ciò che rivendichiamo a tutti i livelli contribuendo a rendere concreti tali principi.

Abbiamo ottenuto tante conquiste e tante ne dobbiamo ancora ottenere, ma un nemico subdolo e terribile fa vacillare la nostra fede e la nostra speranza sul fatto che piuttosto che avanzare verso la direzione agognata ci sia in atto una deriva verso nuove e peggiori forme di discriminazioni, emarginazioni, segregazioni, deprivazioni e rischio di povertà a cui le persone con disabilità ed i loro familiari, unitamente a tutte le persone con fragilità, sono fortemente ed inevitabilmente esposte. Tale nemico è appunto la "globalizzazione dell'indifferenza" da Te mirabilmente rappresentata in tutta le sue terribile conseguenze.

Noi saremo in Piazza San Pietro assieme alle altre migliaia di persone, ma almeno per un momento, almeno in questa occasione, vorremmo che i nostri figli non fossero invisibili fantasmi solo apparentemente lì insieme a tutti gli altri, come avviene ogni giorno della loro vita.

Vorremmo che grazie alle Tue parole, al Tuo sguardo, ad una Tua carezza si sentissero persone, pur con le loro limitazioni che nessuno può e vuole cancellare, ma persone con il diritto di vedere rispettata sempre ed in ogni luogo la loro dignità ed i loro diritti umani in una società accogliente che parte dagli ultimi e si spende per le persone più fragili.

Un caro abbraccio da tutte le persone dell'Anffas.

Grazie