Il Parlamento Europeo ha approvato, con 383 voti a favore, 116 contro e 15 astensioni, un progetto di risoluzione legislativa sulla proposta di raccomandazione del Consiglio su un'azione europea nel settore delle malattie rare.
FARE RETE
EMPOWERMENT
Ciò che, però, getta un'ombra sulle intenzioni di questa
raccomandazione e che desta in noi associazioni gravissime preoccupazioni
è la formulazione di un comma, il 5 bis nella parte I, in cui viene chiesto di
incoraggiare gli sforzi che vengono intrapresi per prevenire le malattie rare
ereditarie e che porteranno in ultima analisi all'eradicazione di dette malattie
rare, anche attraverso, quando necessario, una selezione di embrioni sani
precedente l'impianto, fatta salva la legislazione nazionale esistente e sempre
su base volontaria.
28 maggio 2009
In breve, a
novembre dello scorso anno la Commissione Europea ha proposto al Consiglio di
emanare una raccomandazione sul tema della malattie rare, sottoponendo già una
bozza di testo. Secondo le procedure previste nel trattato istitutivo cella
Comunità Europea, il Consiglio è tenuto a consultare il Parlamento ed i suoi
organi preposti (Commissioni) prima di restituire il documento approvato. Motivo
per cui, il 24 aprile scorso, il Parlamento ha approvato la relazione emendativa
del documento originario proposto dalla Commisione (COM/2008/0726),
predisposta dal deputato Antonios
Trakatellis (PPE-DC) membro della Commissione Ambiente, sanità pubblica e
sicurezza alimentare.
Questi i punti di forza del documento
DEFINIZIONE
COMUNE DELLE MALATTIE RARE
Il documento insiste sulla necessità di avere
un'unica definizione, a livello europeo, di malattie rare quali malattie
che presentano una prevalenza uguale o inferiore a 5 casi ogni 10.000
persone. Ciò però non deve creare fraintendimenti sull'incidenza di
questi casi: le stime del numero di persone che vivono con una malattia rara va
da 27 a 36 milioni (elevato numero di persone affette ma con
una bassa incidenza). Seppur tenendo conto delle difficoltà nel diagnosticare la
patologia, visto che ad ora sono registrate oltre 7 000 malattie rare e che ogni
settimana 2 nuove patologie vengono recensite dalla letteratura medica, questo
range così ampio è sintomatico di come sia disomogenea la definizione di ciò che
è una malattia rara. Certamente questo deve fornire un definitivo stimolo
all'investimento sulla ricerca, alla necessità di mettere in rete saperi,
informazioni, professionalità ed esperienze, ad assicurare finanziamenti
duraturi sia per la ricerca che per la fornitura dei farmaci orfani, poco
redditizi per le industrie farmaceutiche.
"I malati sono troppo poco numerosi per
essere rilevanti a livello locale o regionale e le malattie sono troppo numerose
per essere insegnate agli operatori della sanità; le competenze sono rare. Per
questo motivo vi è la necessità assoluta di mobilitare contemporaneamente tutti
i soggetti interessati: soggetti politici, istituzionali, organizzazioni di
pazienti, operatori della sanità, organizzazioni di malati, personale medico,
ricercatori, industriali" al fine di garantire, tout court, il diritto di cura.
Questo diritto viene garantito anche attraverso la creazione di una rete
consolidata di saperi, che può voler significare garantire la creazione
di centri di ricerca specializzati o, qualora non fosse possibile, di garantire
la mobilità dei pazienti verso i centri più appropriati, localizzati anche
all'estero.
In un quadro di diritti, diventa fondamentale, inoltre,
finanziare programmi di abilitazione/riabilitazione, che
educhino a vivere con la malattia e che questi rientrino nei Piani Nazionali in
materia.
Un altro elemento importante che emerge
da questa raccomandazione è la valorizzazione dell'empowement delle
organizzazioni dei pazienti. Si richiama infatti all'importanza di
consultare i pazienti ed i loro rappresentanti in tute le fasi
di elaborazione delle politiche e del processo decisionale, anche per
l'istituzione de la gestione di centri di competenza delle reti europee di
riferimento nonché per l'elaborazione dei suddetti Piani Nazionali sostenendo le
attività di tali organizzazioni, di rafforzarne capacità e formazione.
Riprendendo anche le apprensioni espresse da Inclusion
Europe, questo emendamento si presta a preoccupanti interpretazioni
che potrebbero significare una maggiore discriminazione verso le persone
con disabilità, in chiaro contrasto con la Convenzione ONU, che
garantisce, inoltre il diritto alla vita esteso agli embrioni che presentano
disabilità complesse, senza discriminazione alcuna.
Essendo una
Raccomandazione, questo report non ha valore legale ma desta comunque forti
preoccupazione. Non mancheremo di monitorare da vicino l'iter legislativo in
materia.