Fonte www.redattoresociale.it - Il cibo come nutrimento, ma anche come piacere, convivialità, riscoperta del rapporto con la natura e l’ambiente. In occasione dell’Expo, SuperAbile Inail, il mensile dell’Istituto per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, dedica un supplemento di 68 pagine a molte tra le più interessanti esperienze italiane nel campo dell’agricoltura e della ristorazione sociale. Il numero – intitolato “Quando il cibo dà gusto alla vita. Dai campi alle cucine 25 storie di reinserimento sociale e lavorativo” – viene presentato presso Cascina Triulza, il padiglione della società civile all’interno di Expo, alla presenza del viceministro delle Politiche agricole Andrea Olivero, del presidente Fondazione Triulza, Sergio Silvotti, del direttore centrale Prestazioni sanitarie e reinserimento dell’Inail, Giovanni Paura, del direttore regionale dell’Inail Lombardia, Antonio Traficante, e di alcuni testimoni.

In 68 pagine di testi e fotografie, il magazine dell’Inail compie un viaggio dal nord al sud delle penisola, attraverso i ristoranti e i luoghi della produzione agricola e alimentare. Campi e cucine diventano, dunque, teatro di nuove sperimentazioni sociali e lavorative, dove i protagonisti sono le stesse persone con disabilità.

Disabilità da lavoro nei numerosi progetti promossi dalle varie sedi e direzioni regionali dell’Inail, ma anche tante persone con disabilità psichica o con ritardo cognitivo.

Tra le varie esperienze, quella di Grosseto, dove Alfio, Beniamino ed Emanuele, ritrovano l’ottimismo e l’amore per la vita, dopo aver frequentato un corso di apicoltura organizzato dalla locale sede Inail. E grazie all’incontro con le api riescono a superare il trauma dell’infortunio sul lavoro che ha sconvolto le proprie esistenze. In Sicilia, invece, da un accordo tra l’Inail di Palermo e l’Opera Don Calabria di Trabia nasce il progetto “Racconti di cucina” che unisce infortunati, ex tossicodipendenti e migranti. Un incontro tra cuochi di professione e principianti, che aiuta chi ha subito un incidente sul luogo di lavoro a riflettere sulla propria esperienza, imparando ad accettarla.

E poi la storia di Antonio Lanzetta, campano, ex operaio in un’industria conserviera di pomodori, amputato a un braccio, che ha ritrovato la voglia di vivere organizzando laboratori di cucina. Tante anche le esperienze di ristorazione raccontate: tra cicchetti veneziani, salumi della Garfagnana e gnocchi alla sorrentina, da Torino a Brindisi sono molteplici i ristoranti che offrono ogni giorno questo menù “speciale”.

Nati come progetti di inserimento lavorativo per persone con disabilità, sono diventati nel tempo piccoli fortini per la lotta allo stigma. Locali ormai storici o rilevati da poco, come il ristorante Dal Barba di Villalagarina, in provincia di Trento, aperto nel novembre del 2013 prendendo in gestione un altro ristorante ormai poco frequentato. Si tratta di una sfida portata avanti dalla cooperativa sociale La Ruota che, fino a quel momento, si occupava del trasporto di persone con disabilità. L’obiettivo? Creare un luogo aperto, in cui ragazzi e ragazze con disabilità potessero fare esperienza in un contesto di normalità. E soprattutto potessero rendersi autonomi, lavorando. Una scommessa vinta, insomma, come anche quella del Bar senza nome di Bologna, per fare soltanto qualche esempio. Nel locale, nato tre anni fa dall’iniziativa di un gruppo di giovani sordi, vino, birra e panini si ordinano in Lingua italiana dei segni. Piante aromatiche, campi strappati alle mafie, birra, pasta, pane sono invece al centro dell’ultima sezione del magazine.

Sono i luoghi dell’agricoltura e della produzione dove, grazie all’impegno delle cooperative sociali, i frutti di queste imprese “speciali” arrivano su un mercato che li valuta per la qualità e il prezzo proposti ai clienti. Al Bettolino di Reggiolo, cooperativa sociale nei pressi di Reggio Emilia, 27 lavoratori disabili producono, insieme ad altri, piantine aromatiche biologiche, coniugando spirito imprenditoriale e innovazione tecnologica. Mentre il laboratorio milanese Gustolab, grazie all’impegno di sette panettieri con disabilità, sforna ogni giorno 80 chili di bocconcini, biscotti e pizzette bio, che riforniscono il ristorante Gustop e alcune aziende del territorio.

Tra le testimonianze d’eccezione, anche quella dello chef Antonino Cannavacciuolo, famoso grazie a programmi televisivi come “Cucine da incubo” e “Masterchef”. Nel numero è presente anche un’intervista alla food blogger Alessandra Petterini (“Domani è un altro forno”), oggi impegnata in varie collaborazione con cuochi stellati. Dopo la doppia diagnosi di sclerosi multipla e sclerosi sistemica, Alessandra ha lasciato il suo lavoro di impiegata contabile per dedicarsi alla sua passione di sempre: la cucina.