Fonte www.disabili.com - Una delle deleghe della Buona scuola riguarda il sostegno e in questo periodo si stanno susseguendo al MIUR diversi incontri riguardanti le linee di riforma in merito.

Il nuovo percorso di carriera sembra prevedere che i docenti accedano al sostegno tramite concorso separato, che permangano nel ruolo con vincolo decennale e che abbiano competenze in merito a diagnosi e patologie. Ciò pare esprimere la volontà politica e quella delle associazioni in dialogo col governo.

Desta invece molta perplessità e dissenso tra i docenti. Questi ultimi, benché nelle diverse sedi abbiano portato elementi di riflessione, problematicità connesse e proposte, non hanno fino ad ora trovato margini di ascolto concreto. Uno degli aspetti che desta grande preoccupazione riguarda la creazione una carriera parallela e diversa dei docenti di sostegno rispetto a quella degli insegnanti curriculari, che avrà un canale di accesso separato, con un concorso specifico, forse imminente. Non solo: per evitare il fenomeno del passaggio da posto di sostegno e cattedra curricolare si sta pensando di rendere tale percorso più difficoltoso, prevendendo vincolo decennale o, addirittura, ulteriore concorso per accedere al passaggio. Doppio concorso insomma, carriera separate, in modo da scoraggiare i furbetti che usano il sostegno come corsia preferenziale per accedere al ruolo in tempi più brevi.

Il fenomeno esiste, certamente. Ci si chiede però se sia la logica repressiva a rappresentarne la soluzione o, piuttosto, se esso non debba essere indagato più a fondo, per comprenderne le ragioni e, quindi, prospettare proposte alternative e non punitive. Una di esse, ad esempio, avanzata da alcuni docenti e per sua definizione immediatamente inclusiva, potrebbe essere la cattedra mista, che sembra rispondere anche al problema della carenza di docenti specializzati. La riforma del sostegno prevede dunque la creazione di un nuovo profilo professionale, con competenze molteplici e non specificamente didattico-disciplinari.

Essa viene accolta con grande favore dalla Fish*, che da tempo ha depositato una proposta di legge in merito. Associazioni e Miur parlano di scelte di vita, di docenti più specializzati sulle disabilità, di vocazione; docenti e sindacati parlano invece di professione, di figure assistenziali, di ritorno alla medicalizzazione, del problema della riduzione drastica degli aspiranti. Di certo è sempre più chiaro che si tratta di appositi ruoli, di carriere separate, di profili che sono altro da quelli dei docenti curricolari.

Le domande aperte sono tante e a qualcuno tutto ciò pare invalidare anche il principio della contitolarità didattica: come appellarsi ad essa, infatti, se ruolo e formazione di base sono diverse da quelle dei docenti curricolari? Come avere voce nei Consigli di classe? Quale sarebbe la differenza rispetto alle figure assistenziali? Come promuovere inclusione da una posizione che, di fatto, è esclusa da quella degli altri insegnanti? La proposta pare anche stridente rispetto a significativi contenuti dell'ICF, che lungi dall'ancorarsi alle patologie, si concentrano sul funzionamento. Tante le domande di chi a scuola lavora ogni giorno, molte le perplessità. Nei tavoli di discussione, però, la loro voce pare essere un sibilo.

*Cui Anffas Onlus aderisce

20 ottobre 2015